AS ROMA NEWS TORINO DYBALA – A Torino per il cambio di marcia. Serve un’accelerazione per sorpassare le due milanesi, volare al terzo posto e puntare alla Champions già attraverso il campionato, aspettando poi giovedì di calare l’asso nella manica in Europa League. E questo cambio di passo deve arrivare soprattutto in trasferta, scrive Il Messaggero.
Probabilmente ha ragione Mou: questa squadra non ha mezze misure. E così se ad inizio stagione volava fuori casa (5 vittorie su 8 partite, con lo scalpo all’Inter e il pareggio con la Juve), frenando all’Olimpico (9 punti su 21), il trend nel 2023 si è ribaltato. Davanti al suo pubblico la Roma ha iniziato a volare: 6 vittorie in 7 partite.
Fuori, invece, ha cominciato a fare maledettamente fatica: appena 5 punti sui 18 a disposizione con l’ultima vittoria che risale addirittura a 75 giorni fa, lo scorso 22 gennaio a La Spezia. Da allora soltanto un pari nelle ultime 4 partite di campionato giocate fuori casa, senza contare che in Europa il trend è rimasto pressoché identico: ko con il Saliburgo e 0-0 a San Sebastian contro la Real Sociedad.
Vien da sé che la sfida di oggi è fondamentale. Bene o male come quella di giovedì a Rotterdam anche se i risultati di ieri regalano sul piatto d’argento a Mou la zona Champions. Curioso che sul calendario la trasferta di Torino (dove torneranno tifosi giallorossi al seguito) preceda, come nello scorso maggio, il trionfo di Tirana contro gli olandesi.
All’epoca i giallorossi vinsero 3-0 con doppietta di Abraham che oggi è in ballottaggio con Belotti (alla prima da avversario al Grande Torino dopo 7 anni, 100 gol e tanto di fascia di capitano al braccio), stuzzicato ieri dal tecnico granata Juric: «Pensavo fosse un top player ma non aveva la costanza». Alla fine, non è nemmeno escluso che i due centravanti possano essere entrambi esclusi: nelle prove tattiche di ieri, Wijnaldum è stato provato anche trequartista con Pellegrini, dietro a Dybala.
Proprio Paulo torna a Torino e quando vede granata si esalta: 18 gare disputate tra campionato e Coppa Italia con le maglie di Juve e Palermo, 11 vittorie e 7 pareggi, con 5 gol e 3 assist. Numeri che spaventano i granata ma che per l’argentino sono la normalità. E chissà che effetto gli farà tornare in una città che bene o male lo ha coccolato per 6 anni.
Torino, con quell’attico in centro, la villa in collina tra Torino e Moncalieri, teatro di asado quando arrivavano i fratelli Gustavo e Mariano dall’Argentina, i suoi ristoranti di riferimento da Catullo e Shizen passando per i fratelli Bravo e soprattutto le gite a Courmayer e quel legame particolare con Superga, con la sua vista mozzafiato e la sua storia tragica: «Sono andato a visitare la lapide del Grande Torino. Ho provato amarezza, dolore. In spagnolo la chiamiamo amargura».
Una sensazione che oggi vuole mettere da parte. Servono i suoi gol, le sue giocate, per regalare ulteriore slancio ad una squadra che continua, nonostante i tre gol alla Sampdoria, a faticare maledettamente sotto porta. Se si eccettua Paulo, già arrivato in doppia cifra, dietro Abraham è fermo a quota 6, il Gallo cerca ancora il primo acuto, El Shaarawy è salito a 4 mentre Solbakken è ancora fermo al palo. Il totale romanista in campionato fa 38. Un po’ pochi (dietro tutte le big) per arrivare sino in fondo tra le prime quattro.
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA