AS ROMA NEWS LAZIO MOURINHO – Le parole tradiscono l’attesa. Perché sarà anche vero che “prima del derby c’è il Ludogorets”. Poi, però, tra una battuta su Volpato, la soddisfazione per la vittoria e il 4° posto, esce l’animo luciferino di Mourinho. Così, di sfuggita, in modo tale da disconoscere eventualmente qualsiasi riferimento diretto, ma regalando comunque l’impressione che il countdown alla stracittadina sia già iniziato, scrive Il Messaggero.
Appare difficile infatti pensare che l’altra sera José, rimarcando l’importanza del match di giovedì con i bulgari – “Quando un allenatore pensa non alla partita ma a quella successiva di solito finisce male. Quando fai l’errore è difficile conviverci, così come dire che la colpa è del tecnico. E quindi si inizia a sparare per sviare l’attenzione” – sia stato esclusivamente autobiografico. La stoccata a Sarri (che contro la Salernitana ha tenuto inizialmente a riposo Milinkovic, diffidato, per poi perderlo dopo il giallo comminato da Manganiello) è aleggiata subito nell’aria, anche perché accompagnata da quella smorfia che è una via di mezzo tra un sorriso sornione ed un ghigno sdegnato.
A fuoco lento, Mou ha cominciato il suo avvicinamento al derby. Come accaduto nella passata stagione, arriva alla (prima) sfida precedendo il rivale. Lo scorso anno la Roma aveva 12 punti in classifica in 5 giornate, dovuti ai successi con Fiorentina, Salernitana, Sassuolo e Udinese, intervallati dal ko di Verona. La Lazio inseguiva a 8, dilagante con Empoli e Spezia, ko contro il Milan e balbettante in casa con il Cagliari e in trasferta a Torino (due pareggi).
All’epoca lo Special doveva ancora capire cosa significasse questa partita per la città e per la tifoseria. Se ne rese conto perdendola e incentrando l’attenzione del post-gara sull’arbitraggio. Al ritorno partì preparato. E soprattutto forte di un entusiasmo dovuto dalla qualificazione ai quarti, strappata all’ultimo minuto con un gol di Abraham al Vitesse: “Sono felice ma preoccupato. Mentre noi eravamo qui a giocare, la Lazio era a casa a fumarsi le sigarette prima del derby”. Eccola di nuovo la frecciatina a Sarri, noto fumatore, senza mai citarlo.
I due non si stanno antipatici. Diversi, certamente, come il giorno e la notte. E non solo per le filosofie calcistiche agli antipodi. Mou quando ha un microfono davanti si esalta; Mau ne farebbe volentieri a meno. Quando erano a Londra furono proprio loro due a sedare una rissa. La gara era Chelsea-Manchester United che ha poco da invidiare in quanto a emozioni a Roma-Lazio: quattro gol, un pareggio nel sesto minuto di recupero, un accenno di zuffa tra i componenti delle panchine e un abbraccio tra i due per fare subito pace. Ora si limitano a punzecchiarsi a distanza. Come quando José in estate, per dribblare le voci-scudetto, parlò apertamente della Lazio (mai di Sarri): “Per alcuni siamo candidati a vincere ma abbiamo speso 7 milioni. La Lazio ne ha spesi 39. Anche loro quindi sono candidati?”. Non male la replica del tecnico toscano: “Ringrazio Josè per la fiducia spero di accontentarlo, e proprio perché ho fiducia ti dico che il secondo posto della Roma sarebbe una delusione”.
Di certo non sarà deludente l’avvicinamento alla partita. Mou dà ogni giorno che passa l’idea di essere sempre più padrone della situazione. Dopo 12 giornate ha più punti della passata stagione (25 a 19), guadagnato due posizioni in classifica (4° rispetto al 6° di un anno fa), segnato meno gol (16 a 21) ma registrato la difesa che subisce meno (11 a 14). E questo nonostante la lunga serie d’infortuni che lo sta tormentando dall’inizio del campionato e che lo ha visto non avere mai a disposizione Wijnaldum e ora dover fare a meno di Dybala da 20 giorni.
Quello che tocca, però, alla stregua di un Re Mida pallonaro, si trasforma in oro. E così una volta è Volpato, un’altra Camara, poi tocca a El Shaarawy, quando è servito – leggi Siviglia – a Belotti. Ha allenato nei derby portoghesi, di Londra, Manchester, Milano e Madrid. Quello di Roma è soltanto un tassello prezioso in più alla sua infinita collezione. C’è da scommettere che anche stavolta polemiche, adrenalina e nervi tesi non mancheranno. Con la solita dose di ironia, altrimenti non sarebbe Mou.
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA