ULTIME NOTIZIE AS ROMA MILAN MOURINHO – «Ma che cos’è speciale? E che cos’è normale?», avrebbe cantato il grande Giorgio Gaber. José Mourinho è lo Special One perché esulta scivolando sulle ginocchia o correndo sotto la curva, mentre Stefano Pioli, il Normal One, resta a bordo campo con le braccia conserte e il maglione nero a collo alto da canonica, scrive La Gazzetta dello Sport.
Mourinho è speciale perché ha vinto 8 scudetti in 4 Paesi diversi, 2 Champions e 2 Europa League. Pioli è normale perché ha vinto solo un campionato Allievi, a Bologna. Risposta sbagliata. Lettura primitiva e superficiale. Un aneddoto vi aiuterà a inquadrare meglio la questione. Roma americana del 2011, presidente Dibenedetto.
La piazza sogna Guardiola. Il d.s. Walter Sabatini, cervello fino, sonda Pioli e se ne innamora. «Gli ho proposto delle questioni tattiche e le ha risolte in 5 minuti. Altri allenatori avrebbero impiegato 5 giorni». Ma alla piazza romana Pioli appare troppo normale. Arriva Luis Enrique, che ha i principi attivi di Guardiola e costa meno.
Visto? Pioli è normale agli occhi del popolo, ma speciale agli occhi saggi di Sabatini. Il confine è molto più sottile di quanto suggeriscano le etichette. Per i suoi giocatori non ci piove: Mou è il più speciale di tutti. Sneijder: «José non ha vinto perché aveva i giocatori più forti, ma perché ci ha convinti che lo fossimo». Drogba: «Per lui mi spezzerei una gamba». Eto’o: «Solo lui può far vincere la Roma». Materazzi pianse sulla spalla del suo mister nell’ora dell’addio. Mourinho è un incantatore come Helenio Herrera che allenò Inter e Roma, un manipolatore di cuori.
Pioli arriva all’anima in modo meno plateale, ma arriva. Il giorno della tragedia di Astori, a Udine, Pioli, pur nella disperazione, parlò a tutti i giocatori, a uno a uno, e li aiutò a domare le paure. Quando è arrivato al Milan, Calabria e Kessie prendevano fischi. Oggi il primo è capitano e nazionale, il secondo al centro del mercato.
Non c’è un giovane che Pioli non abbia fatto crescere: da Diaz a Leao. L’esplosione di Tonali è stato l’ultimo capolavoro. Se il mago Herrera riusciva a convincere Bicicli di essere meglio di Garrincha, Pioli deve aver detto qualcosa di simile a Saelemaekers.
Mourinho ha un passato così speciale alle spalle che, dopo la legnata del Bodo, ha potuto lasciare in tribuna 5 giovani, patrimonio del club. Nessuno alla Roma è più forte di Mou. Pioli, che ha alle spalle molta più normalità, non può permettersi di lasciare indietro nessuno, deve valorizzare tutti. Castillejo e Conti lavoravano a parte, in estate, perché destinati altrove. ma quando il mercato si è chiuso, il tecnico rossonero li ha recuperati entrambi. E, dopo l’ottima prova contro il Verona, Castillejo, che si era sentito abbandonato anche dalla mamma, ha lacrimato tra le braccia del mister.
Mourinho invece ha annunciato perentorio: «Non ci penso neppure a reintegrare Santon». Ai tempi dell’Inter, José disse del giovane Santon: «Un fenomeno. Un predestinato. Come Maldini e Facchetti. Quando raggiungerà le 200-300 partite nell’Inter, mi ricorderà di lui». Si è fermato a 50. A un vero Special One non rinfacciano mai le profezie infelici. Un vero Special One non delega le sue mansioni a un giocatore.
Invece Pioli ha confessato a DAZN: «A volte, quando Ibra parla in spogliatoio, non entro io». Debolezza da troppo Normal One? No, saggezza da filosofo. Calvo, con un filo di barba al mento, il tecnico del Diavolo ha lineamenti presocratici. Ha trovato il modo migliore per mettersi al fianco Zlatan, decisivo nel Rinascimento rossonero. Sicuro di sè, Pioli non ha avuto bisogno di mostrare la stella di sceriffo per guadagnare stima e seguito. L’ha ottenuta con la qualità dell’insegnamento e, soprattutto, con la dignitosa applicazione nel lavoro quotidiano quando su Milanello svolazzava il fantasma Rangnick.
I giocatori hanno apprezzato, cosi come hanno apprezzato la fiducia ricevuta dal mister. Pioli ha abolito i ritiri di vigilia. Anche stanotte i rossoneri dormiranno a casa loro e domattina, giorno del match, partiranno per Roma. Dopo le partite a San Siro, ricevono il pacco-cena, preparato dal nutrizionista, che mangeranno a casa. Pioli crede nel senso di responsabilità dei suoi ragazzi e li premia tenendoli il più possibile in famiglia.
Mourinho sembra un Normal One quando si mangia una pizza in treno o sbrana un panino su un gradino nel dopo-partita. Sembra. Perché in realtà quelle immagini diventano virali, come il murale della Vespa. Tutto ciò che tocca Mou diventa speciale. È l’icona della vittoria perché ha vinto tutto e sta educando l’idea a Trigoria.
Partitella: uno della squadra che sta vincendo va a recuperare un pallone rotolato fuori. José lo striglia: «Cosa fai? Stai vincendo!». Il ragazzo: «Mister, io mi diverto con la palla in campo…» Risposta: «Tu devi divertirti a vincere». Pioli è più avanti nell’educazione: 9 vittorie su 10 come non accadeva dal ‘54-55, 15 risultati utili in campionato. Il suo Milan capolista, secondo attacco e seconda difesa del torneo, ha equilibri più solidi della Roma appena svezzata da Mourinho che a suo tempo, soprattutto nelle tecniche di allenamento (tanto pallone, poco secco) è stato un rivoluzionario. Tatticamente, negli ultimi anni, si è impigrito.
Pioli invece è sempre in laboratorio. Prima ha creato un Milan attorno a Theo, poi uno sulle spalle di Ibra, in 5 minuti, come nel test di Sabatini. E ora sta lavorando a una difesa diversa, più destrutturata, meno di reparto. Una rivoluzione, perché è stato il Milan (Sacchi) a insegnare al mondo come si difende di reparto. Insomma, a questo punto l’avrete capito: Roma-Milan di domani sarà la sfida tra due Special One.
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