Josè Mourinho

AS ROMA NEWS MOURINHO – A un certo punto lo Special era diventato Miracle One. Solo un allenatore con addosso le stigmate dell’uomo dei miracoli avrebbe potuto battere il Milan virtualmente al completo, schierando una Roma senza Smalling, Llorente, Karsdorp, Wijnaldum, avendo Dybala in panchina per onor di firma e perdendo, nel corso del match, prima Kumbulla, poi Belotti e infine anche Bove, scrive La Gazzetta dello Sport.

José Mourinho ci è andato vicino, ma poi il pareggio ha rimesso il pronostico secondo quello che era la normalità. Il pareggio però, soprattutto dopo i successi di Atalanta e Inter, non ha fatto altro che rimettere le preoccupazioni della vigilia giallorossa al centro del villaggio mediatico. Se possibile, ancora più accresciute dal fatto che tutti i giocatori sopra citati – con l’eccezione di Bove e forse Dybala – saranno assenti mercoledì contro il Monza, quando peraltro mancherà anche Matic per squalifica.

Inutile nascondere che l’allenatore portoghese, nella corsa alla qualificazione Champions, dovrà pensare anche al confronto diretto di sabato contro l’Inter. In questo senso, è assai probabile che Zalewski parta titolare per far tirare il fiato a Spinazzola, mentre la gestione della Joya sarà particolarmente accurata, per non rischiare di perderlo nel mach contro i nerazzurri.

L’infortunio alla caviglia sinistra, infatti, crea una sorta di “tempesta perfetta” in tandem con l’affaticamento dell’adduttore destro perché, se l’argentino inconsciamente tendesse a proteggere il piede dolorante, rischierebbe di spostare il peso sull’altra parte del corpo, aumentando quindi i rischi di lesione. Insomma, un problema delicato. Come le reazioni alla battuta della fidanzata Oriana che, durante la trasmissione «Behindthegame», a Martinez che diceva che porterebbe De Paul all’Aston Villa, ha detto: «No, porta Dybala». E i tifosi non hanno gradito.

Morale: lo Special One sta pensando, oltre a ripescare giocatori fin qui impiegati poco (Celik, Camara e Solbakken su tutti), anche a un sistema di gioco duttile, che possa passare con facilità dalla difesa a tre a quella quattro. L’uomo cardine sarà Cristante, che dovrebbe partire come centrale di retroguardia, ma alzandosi in mediana al momento dell’impostazione trasformerebbe la fase offensiva, con gli esterni pronti ad alzarsi a loro volta e con Pellegrini in grado di disporsi dietro ad Abraham per formare un classico 4-2-3-1.

Secondo quanto detto dallo stesso Mourinho, infatti, in questa fase di partite ravvicinate non c’è il tempo per lavorare in profondità sulla difesa a 4 e quindi la duttilità dovrà essere la chiave per gestire il momento. Ma fra i pensieri c’è anche la variabile Europa League. In Coppa infatti, non essendo in lista, non ci sarà Solbakken e quindi la rotazione degli attaccanti sarà ancora più limitata. Per questo, in nove giorni, una gran parte dell’esito finale della stagione sarà scritto. E la Roma non vuole malinconie.



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