Josè Mourinho

AS ROMA NEWS BODO/GLIMT – Dentro lo stadio Olimpico, sold out, ci starebbero tutti gli abitanti di Bodo. Stasera, in curva Nord, ci sarà una rappresentanza di 1.700 norvegesi, che all’inizio dovrebbero mettere sul volto una maschera con le fattezze di Kjetil Knutsen, l’allenatore fermato dall’Uefa insieme a Nuno Santos per la rissa dopo la gara di andata. Ricavato della vendita delle maschere in beneficienza per sostenere le vittime della guerra in Ucraina, scrive il Corriere della Sera.

La tensione è molto alta. La Uefa ha chiesto alla Roma di raddoppiare il numero degli stewart; l’hotel dei norvegesi è stato tenuto sotto stretta sorveglianza. Giusto che Mourinho, alla vigilia, abbia da un lato difeso la sua squadra e il suo staff dalle accuse di scarso fair play, ma ancor più giusto aver presentato Roma-Bodo come «una partita di calcio dove deve vincere il migliore. E penso che i migliori siamo noi».

I leoni da tastiera sono già entrati in azione. C’è chi ha promesso i clacson per non far dormire i norvegesi («Ma avevamo tutti i tappi per le orecchie», ha scherzato Saltnes), chi l’Inferno per i tifosi avversari. Un club di supporter del Bodo, così, ha pubblicato su Twitter una lettera aperta: «Cari tifosi della Roma. Giovedì sera ci sfideremo in una partita di calcio. Molti dei nostri tifosi norvegesi sono preoccupati che ci potranno essere molti scontri fra di noi, quindi ascoltate questo appello. Nel corso degli anni abbiamo condiviso molto con voi. L’Italia ci ha dato ristoranti brillanti come l’Orion e il Fellini. Ci avete dato il Chianti e gli Spaghetti a la Capri. Noi vi abbiamo dato l’acquavite e lo stoccafisso. Quindi, facciamo che la nostra battaglia sia in campo, e se necessario anche negli spogliatoi, ma siamo amici prima e dopo la partita. Grazie».

Di tutti i generi le risposte dei romanisti, ma molti hanno saputo prendere con il sorriso, nel modo giusto, l’appello. E con ironia, come chi ha promesso la Terza Guerra Mondiale ma solo per la ricetta degli Spaghetti a la Capri, che fa pari con la pizza con l’ananas.

Il pubblico dell’Olimpico può e deve essere il dodicesimo uomo. Ci sono, nel passato più o meno recente, partite come Roma-Dundee, Roma-Brondby o Roma-Barcellona dove la spinta che arrivava dagli spalti è stata decisiva. «È facile fare il tifo per chi vince – ha detto Mou – ma quella dei tifosi romanisti è passione pura e mi fa effetto. Tanto che mi piacerebbe andare in campo e giocare per loro. Sento però nei loro confronti una grande responsabilità e anche i miei calciatori devono sentirla. È un sentimento puro, dobbiamo rispondere in campo». E fuori.



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