AS ROMA NEWS SASSUOLO MOURINHO – Non gli è andata giù. Perdere è un verbo che non contempla nel suo vocabolario. E quando accade, Mourinho non fa prigionieri, scrive Il Messaggero. Anche a costo di “piangere un pochino, perché gli altri allenatori piangono e allora lo faccio anche io”. Lo fa certamente (“Non abbiamo segnato contro tre big in casa? Dybala, il nostro uomo fondamentale, non c’era. Quando lo abbiamo avuto contro l’Inter ha fatto gol e abbiamo vinto e con la Juve ha fatto un assist e abbiamo pareggiato”) ma a modo suo.
Perché l’intento di ieri è un altro. Certamente evidenziare “e combattere i problemi, anche se non possiamo nasconderli”. Tuttavia la volontà è un’altra e traspare poco a poco. Le domande si contano sulla punta delle dita ma le risposte, per una volta, ricordano quelle di spallettiana memoria. Lunghissime, articolate, con l’intento di andare a toccare determinati temi e provocare una reazione. Come quando gli viene chiesto del diverso rendimento tra le partite in casa (9 punti in 6 gare) e in trasferta (16 in 7). José la prende larga, per poi andare a focalizzare il tema che gli sta cuore: “Se guardate l’ultimo match, se non sbaglio, abbiamo giocato con la stessa squadra dell’anno scorso con Camara nella posizione di Mkhitaryan… Questo significa che il bel mercatino che abbiamo fatto con sforzo, dedizione, sacrificio e lavoro, non sta giocando”.
L’utilizzo del diminuitivo cela (o forse conferma, viste le riflessioni a voce alta già fatte ad agosto) l’insoddisfazione per una rosa ritenuta incompleta: “Abbiamo perso tre giocatori titolari a centrocampo, Mkhitaryan, Veretout e Sergio Oliveira, con Wijnaldum che non ha giocato una partita. Mady sta crescendo poco a poco ma ancora sta cercando la via e Matic non è venuto per fare coppia con Cristante, anche se si trova spesso a giocare con lui. Così Pellegrini sta in campo troppi minuti, è in difficoltà, ha delle fragilità muscolari. Non può essere sempre al 100%”. Niente male.
E anche se in un secondo momento prova a correggersi, tornando a parlare di “mercato”, difficile pensare ad un lapsus visto che poco dopo gli parte un altro ‘colpo’: “Cambiare modulo? Siamo un tipo di società che quando ha un problema nella rosa ha più difficoltà. Il modulo non lo scelgo, lo fanno i giocatori con le loro caratteristiche”. Della serie: sono costretto ad adeguarmi a quello che ho.
Ne ha per tutti. Il tono rimane soft, le parole meno. Perché dopo la difesa accorata di Ibañez, bersagliato dalla solita vergognosa gogna social che ieri ha provocato la reazione sdegnata della moglie su Instagram (“Con il Sassuolo gioca lui più altri dieci, è intoccabile”), il tecnico si ‘dedica’ al gruppo: “Non posso nascondere la mia delusione per l’involuzione di alcuni giocatori, ma posso nasconderne i nomi, perché come allenatore devo parlare con loro individualmente quando ci sono cose da dire. L’atteggiamento non è un problema, quello che si doveva migliorare era l’accettazione di una sfida diversa rispetto a quella dell’anno scorso. Crescere nella mentalità, nella responsabilità, nell’ambizione. Non bisognava essere soddisfatti e contenti di quanto raggiunto. Se io lo avessi fatto, nel 2010 avrei dovuto dimettermi”.
Chissà a quanti saranno fischiate le orecchie. In primis a Abraham, al quale Mou dedica un capitolo a parte: “Cos’ha? Bisognerebbe chiederlo a lui. È la persona ideale per dire se ha un problema o se pensa al Mondiale. Oppure se è distratto o no. Dovete aspettare una sua conferenza per fargli questa domanda”.
Replica piccata che mette Tammy in aperto ballottaggio con Belotti (che comunque sinora non è che abbia brillato particolarmente). Ma quello dell’inglese non è l’unico dubbio di oggi. Volpato si candida per giocare vicino a Zaniolo (“Il no all’Australia? Deve concentrarsi sulla costruzione del suo futuro, senza pensare ad accelerare il processo”), Zalewski è favorito su El Shaarawy, Celik insidia Karsdorp. Serve vincere per non perdere il treno Champions. Mou azzarda due calcoli: “Lo scorso anno abbiamo impiegato 15 giornate per fare 25 punti, quest’anno 13. Significa che se facciamo punti con Sassuolo e Torino potremo averne due, quattro o sei in più”. Più che una riflessione, sembra l’ennesimo messaggio rivolto alla squadra.
FOTO: Credits by Shutterstock.com
© RIPRODUZIONE RISERVATA