Romelu Lukaku, Andrea Belotti

AS ROMA NEWS BELOTTI LUKAKU – I giganti hanno due funzioni speculari: possono fare paura oppure proteggere. Ecco, il futuro dell’attacco della Roma per un po’ sarà nelle loro mani. Nelle mani di una coppia che debba svolgere entrambe le funzioni: incutere timore e nello stesso tempo preservare dai cattivi pensieri, scrive La Gazzetta dello Sport.

Con Dybala ai box, infatti, José Mourinho è pronto a varare una nuova coppia d’attacco che così nuova non è, visto che ormai sta consolidando feeling e movimenti da diverse partite. E allora, nella sfida di domenica prossima contro il Monza toccherà al tandem composto da Romelo Lukaku e Andrea Belotti dimostrare che i giganti sanno far bene al cuore.

Il paradosso è che entrambi i centravanti sono reduci dalla stagione più nera della loro carriera da big. Certo, l’attaccante belga nella scorsa annata aveva segnato pur sempre 14 gol, ma quello italiano si era fermato a soli 4 centri, per giunta con un vistoso “zero” nella casella delle reti in campionato. Per questo, con motivazioni completamente diverse, tutti e due avevano voglia di partire forte per dimostrare ai loro detrattori che su di loro ci si può contare. E allora le cronache raccontano che Big Rom è già arrivato a 7 gol in questo spicchio di stagione e il Gallo invece a 5, cioè già più del bottino raggranellato un anno fa. Non basta.

Addirittura l’ex capitano del Torino ha una media realizzativa quasi pari a quella dell’ex interista, poiché ha messo a segno una rete ogni 99 minuti mentre Romelu una ogni 87 minuti. Insomma, se la rivincita – come la vendetta – è un piatto da consumare freddo, tutto sommato nessuno dei due ha voluto perdere troppo tempo per rispondere alle critiche o alle perplessità di coloro che non vedevano di buon occhio il loro ingaggio o la loro conferma in maglia giallorossa.

E che la nuova coppia abbia convinto Mourinho a puntare sulla formula delle due torri è dovuto anche all’impegno che entrambi hanno messo per inventarsi coppia. L’allenatore portoghese, alla vigilia del match contro lo Sheriff in Europa League, aveva spiegato che come filosofia di base preferisce giocare con una punta forte fisicamente (Lukaku, Belotti) e una rapida (Dybala, El Shaarawy, Azmoun, anche se con caratteristiche diverse).

Invece Romelu e Andrea hanno dimostrato che, se c’è voglia di sacrificarsi, anche due attaccanti con caratteristiche analoghe possono fare bene in tandem. Certo, il merito è molto di Belotti, che si sacrifica in copertura con uno stoicismo assai gradito dall’allenatore e dai tifosi, ma a Cagliari si è visto che Lukaku a un certo punto ha preferito giocare più arretrato per dare spazio solitario davanti al compagno, che lo ha ripagato segnando. Quanto è bastato perché Big Rom gli dicesse: «Hai visto? Te l’avevo detto».

E il sorriso di Andrea, alla fine, spiegava tante cose. La scorsa stagione, per l’ex granata, in qualche momento è parsa addirittura un calvario. «È normale, so quello che ho passato l’anno scorso – ha spiegato –. Non è stato un anno facile per me, non sono mai stato al top perché non ho fatto le due preparazioni e ho avuto degli infortuni. Avendo fatto un ritiro importante, quest’anno sapevo che i risultati sarebbero arrivati. Voglio continuare così. Io poi a fare coppia mi trovo bene con tutti.Anche con Lukaku, e lo abbiamo già dimostrato».

Non è un caso che entrambi ormai viaggiano a una media di quasi un gol a partita. Ce ne sarebbe a sufficienza per spargere ottimismo sui propositi di rimonta in chiave qualificazione Champions League, ma a Trigoria nessuno vuole correre troppo. Se la Roma sia davvero guarita dai mali d’inizio stagione, dovrà dimostrarlo nel corso di questo autunno che sulla carta si preannuncia complicato. Ma se Mourinho muove due torri come Lukaku e Belotti, la sensazione è che presto potrebbero essere gli avversari a dover avere paura. I giganti, d’altronde, non fanno mai sconti.



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