AS ROMA NEWS FEYENOORD MOURINHO – Oltre alla beffa della sconfitta, il danno degli infortuni. La Roma torna a casa trascinandosi l’ansia per le condizioni di Dybala (oggi gli esami), a cui si aggiunge anche il problema alla spalla di Abraham, scrive La Gazzetta dello Sport.
Per questo José Mourinho parte da qui. «Paulo conosce molto bene il suo corpo – spiega -. Ha un problema muscolare (adduttore, ndr ). È stato un cambio obbligato come quello di Tammy, che mi pare abbia qualcosa di simile a Solbakken. Rischiamo di non averli entrambi per le prossime due partite».
E questo accentua Il vero problema della Special One. «Non facciamo gol, e non perché non creiamo occasioni. Non abbiamo Haaland, così la squadra non segna le reti che dovrebbe in rapporto a quello che fa in campo. Non siamo una squadra che segna tanti gol. Se vi ricordate, anche a Salisburgo: una-due-tre-quattro palle gol per noi e dopo loro segnano. Abbiamo questa difficoltà. Se volete analizzare le statistiche, sì sono pochi gol per i giocatori offensivi, ma segniamo poco come squadra».
Sul cambio di Pellegrini è lapidario: «Non sostituisco mai un calciatore per un rigore sbagliato. Con lui sbaglia tutta la squadra. La mia è stata una scelta tecnica, a centrocampo soffriva il ritmo degli olandesi». La sensazione di potercela fare al ritorno, però, non lo abbandona. «Da domani iniziamo a lavorare per l’Udinese, una partita per cui sono ottimista, ma anche preoccupato, perché siamo pochi. Al Feyenoord cominceremo a pensare da lunedì. Ci sono allenatori che quando perdono una partita non dormono per dieci mesi, io invece dormo bene e domani ricomincio a lavorare».
E a un giornalista olandese che gli ricorda come la partita, per certi versi, sia stata simile alla finale di Conference a Tirana, in cui fu il Feyenoord a essere un po’ sfortunato, José sorridente gli replica: «Prometto che se la prossima settimana perdiamo, io dormirò lo stesso e non starò a piangere per dieci mesi come avete fatto voi». Il mantra comunque è chiaro: «Questo è solo il primo tempo, c’è da giocare il secondo e saremo noi più l’Olimpico, che c’è sempre e non sbaglia mai».
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