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Rassegna stampa

Mourinho sei poco Special: flop in Serie A e in Conference. Roma, la svolta non arriva

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ULTIME NOTIZIE AS ROMA CSKA SOFIA MOURINHO – Mourinho vuole provare a vincerla questa Conference League, anche se ieri ha ammesso di sentirsi inferiore a Tottenham e Rennes, oltre che alle squadre che scenderanno dall’Europa League per gli spareggi di febbraio, scrive La Gazzetta dello Sport.

Una condizione psicologica difficile, soprattutto per chi dice di voler provare a vincere ma – allo stesso tempo – sottolinea ad ogni occasione possibile di non avere le armi per poterlo fare. Come uscirne fuori, allora? Di certo iniziando a cambiare marcia, visto che la partenza della Roma è stata così deludente che nessuno poteva mai immaginarsela.

In Serie A i giallorossi sono settimi (a pari punti con la Lazio, appena un punto più su del Bologna e due di Empoli e Verona), in Conference rischiano di non vincere un girone mediocre con Bodo, Zorya e Cska Sofia. E allora, ammesso e non concesso che la Roma sia davvero inferiore al Rennes ed alle avversarie che scenderanno dall’Europa League, è ora di dare una sterzata.

A Sofia oggi la Roma non ha in mano il suo destino. Deve vincere e sperare nello Zorya, in attesa del primo verdetto della stagione. Arrivare secondi non sarebbe drammatico, ma triste sì, vista la consistenza degli avversari. Il cambio di marcia serve sul campo (Mou) e sul mercato (Tiago Pinto). Anche perché, conti alla mano, in carriera l’allenatore della Roma era partito peggio solo in due occasioni: al Leiria nel 2001/02 e al Tottenham nel 2019/20. Ed entrambi le volte non ha vinto nulla (al Leiria si è dimesso per andare al Porto, al Tottenham era subentrato a Pochettino).

Così, a chi gli chiede quanto è cambiato in 17 anni, da quando ha vinto la prima Champions, Mourinho da Sofia risponde così: «Ho la stessa passione e la stessa ambizione. Quell’anno volevo vincere la Champions, ora voglio vincere la Conference. Vincere la prima edizione di un nuovo trofeo sarebbe un bel marchio per la storia».

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Già, ma intanto la Roma oggi ha bisogno di imporsi e sperare che il Bodo si «suicidi» in casa dello Zorya, non vincendo. «Non può succedere che loro non vincano e noi anche, ci sentiremmo degli idioti». Sono però rimasti a casa Rui Patricio, Smalling e Mkhitaryan, che vanno ad aggiungersi agli altri out per motivi vari (Spinazzola, Pellegrini, El Shaarawy e Felix). Ma Mou ha fatto sapere che riposeranno anche altri giocatori, con soli 5-6 titolari.

Come detto, però, c’è molto da migliorare nella stagione della Roma. Finora, tra A e Conference, la Roma ha disputato 23 partite, vincendone 13, pareggiandone 2 e perdendone ben otto. La media punti è di 1,78 a partita, a parità di gare ha fatto peggio – appunto – solo al Tottenham (1,61) e al Leiria (1,7, ma qui dopo 20 partite se ne andò).

Le partenze top, invece, sono state quelle con il primo Chelsea e con il Real Madrid, dove dopo 23 gare Mou aveva portato a casa in entrami i casi la bellezza di 18 vittorie, con 4 pareggi e una sola sconfitta (con una media punti di 2,52). Con il Chelsea in quel 2004/05 vinse Premier e coppa di Lega, con il Real Madrid nel 2010/11 la coppa di Spagna. Ma Mou vinse anche negli anni delle partenze con l’Inter (Serie A e Supercoppa italiana) e United (Community Shield e coppa di Lega).

La Roma, infatti, era partita in Conference League come testa di serie numero uno, davanti a Tottenham e Rennes. «Se la Conference iniziasse oggi e per i prossimi tre mesi giocassimo solo questa competizione, avremmo la squadra anche per competere con team più forti come Tottenham e Rennes — chiude Mou – Ma anche con le squadre che scenderanno dall’Europa League, che sono più forti di noi. Il problema è che da gennaio a maggio avremo tre competizioni».

Ed ecco perché Mourinho si aspetta una mano importante da Tiago Pinto, che dovrà cercare di portare a casa almeno due pedine «pesanti», che spostano. A Trigoria il leit motiv è però uno, “si investe quello che si incassa”. E allora, se davvero sarà così, o si riuscirà a trovare dei Paperoni per i vari Diawara, Villar e Kumbulla (considerando che Mayoral non è della Roma) o allora è vero, anche Spurs e Rennes e quelle che scenderanno dall’Europa League rischiano di essere più forti della Roma.

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FOTO: Credits by Shutterstock.com

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