AS ROMA NEWS FEYENOORD MOURINHO – Avrà i suoi difetti, José Mourinho, ma non gli manca il dono della sintesi. Specie quando è corrucciato, per non dire incredulo, scrive il Corriere dello Sport. «Purtroppo in attacco non abbiamo Haaland» spiega ridendo, anche se in cuor suo ringhia disappunto pensando all’incapacità di violare le porte altrui.
«Il problema è che fatichiamo a segnare – continua -, la squadra ha giocato come doveva, mantenendo un ottimo atteggiamento per tutto il tempo. Non c’è stata una partita a senso unico come qualcuno avrebbe potuto immaginare, perché abbiamo tenuto il baricentro alto e pressato il Feyenoord anche sullo 0-0, non solo quando siamo andati sotto. Cristante ad esempio mi è piaciuto tanto. Ma non riusciamo a concretizzare le occasioni che costruiamo. Purtroppo il risultato è quello che è, non è meritato ma è inutile soffermarsi su ciò che è stato. Devo piuttosto pensare a ripartire subito: purtroppo prima della sfida di ritorno dovremo affrontare l’Udinese. E siamo pochi. E stanchi».
Dybala e Abraham dovranno fermarsi: «Probabilmente mancheranno nelle prossime due partite. Paulo conosce il suo corpo e se si ferma un motivo c’è. Tammy invece ha riportato un infortunio simile a quello di Solbakken (lussazione a una spalla, ndi). Ora non possiamo fare tante rotazioni. Siamo in difficoltà, sono preoccupato, ma per fortuna abbiamo dalla nostra parte l’Olimpico che ci aiuterà. Speriamo di riuscire a cambiare la direzione di questo quarto di finale».
Un giornalista olandese lo stuzzica tornando sulla finale di Tirana, nella quale era stato il Feyenoord a perdere per un dettaglio. Mourinho accetta il duello dialettico: «La finale noi l’abbiamo vinta perché abbiamo segnato e loro no. Il calcio è così. Ma non bisogna piangere quando si perde. Si deve cercare di pensare al futuro per evitare di perdere ancora». Il collega lo incalza: cosa serve alla Roma per andare in semifinale? «I gol. Senza quelli è impossibile… Ma io andrò comunque a dormire tranquillo. È giusto così».
La scelta di rilanciare Lorenzo Pellegrini non ha fruttato. Ma Mourinho assicura che la sostituzione nell’intervallo non sia stata in alcun modo condizionata dal rigore sbagliato: «Non ho mai cambiato un calciatore per questo motivo. E non lo farò mai in vita mia. Ho deciso di toglierlo perché lo avevo visto in difficoltà nel ritmo, contro un centrocampo aggressivo, e nei duelli individuali. Ho fatto una scelta tecnica. Il rigore è un errore della squadra, non suo».
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