AS ROMA NEWS MOURINHO MANETTE – Josè Mourinho non sarà in panchina contro il Sassuolo e la Lazio. La Roma è furiosa, a tal punto da protestare platealmente per la prima volta nell’era Friedkin con un silenzio stampa totale per le due partite in questione. E il tecnico? Ha rispolverato – in maniera geniale – il suo storico gesto delle manette, scrive il Corriere dello Sport.
Ieri pomeriggio la Corte Sportiva d’appello ha respinto il ricorso sulla sua squalifica di due giornate presentato dal club lo scorso 3 marzo, dopo la comunicazione del Giudice Sportivo legata ai fatti di Cremonese-Roma. Ne è seguita un’indagine della Procura federale su Marco Serra, a cui giovedì è stata inviata una notifica di deferimento (il primo a un arbitro dall’era Calciopoli) per le sue espressioni offensive verso il tecnico giallorosso, e una sospensiva della squalifica che aveva lasciato presupporre alla Roma la riduzione ad almeno un turno di stop.
E invece così non è stato: la Corte Sportiva d’appello presieduta dal vice presidente, due i componenti e dal rappresentante dell’Aia ha deciso di respingere il ricorso del club. Questo dopo aver sentito nuovamente Mourinho, accompagnato dall’avvocato Antonio Conte e dal General Counsel Lorenzo Vitali, ma anche tutti e quattro gli arbitri di Cremonese-Roma (compreso Serra) in videoconferenza.
Una decisione sconcertante per la Roma – e sembrerebbe non gradita anche dalla Procura federale – che si chiede per quale motivo sia stata decisa una sospensiva della squalifica se non ci fossero state le basi di una riduzione o addirittura una totale eliminazione della pena nei confronti del tecnico. Per quanto riguarda la recidività di Mourinho, il club ha tenuto a sottolineare alla Corte Sportiva di non aver mai presentato ricorso in questo anno e mezzo, consapevole degli errori del tecnico e a fronte delle sue scuse agli arbitri dopo ogni partita in cui è stato allontanato.
Stavolta è stato diverso, e gli elementi probatori raccolti dagli avvocati giallorossi avrebbero dovuto “scagionare” a tutti gli effetti l’allenatore. Anche dopo il servizio de Le Iene che raccoglieva il labiale di Serra: «Ti prendono tutti per il culo. Vai a casa, vai a casa. È sempre lo stesso show». Una provocazione sia a bordocampo sia negli spogliatoi che avrebbe dovuto dare un’attenuante allo sfogo di Mourinho e quindi sollevarlo dalla squalifica motivata dal Giudice Sportivo «per avere contestato con veemenza ed atteggiamento provocatorio una decisione arbitrale, reiterando tale comportamento all’atto del provvedimento di espulsione. Per avere inoltre, al termine della gara, entrando, seppur autorizzato, nello spogliatoio arbitrale rivolto al Quarto Ufficiale espressioni ed illazioni gravemente offensive».
Quali? «Se sei un uomo ripeti quello che mi hai detto in campo, poi mi devi chiedere scusa e la cosa finisce qui», ha detto Mou. «Scusa di che?» è stata la risposta di Serra nello spogliatoio «Io non devo chiedere scusa a nessuno, non ho detto niente». A quel punto José non si è trattenuto: «Bugiardo. Sei un uomo di merda… Vergogna. Evito di pensare che sei di Torino e domenica non mi vuoi in panchina contro la Juve…». Serra poi ha replicato: «Lo sapevi che venivi per questo motivo». Ma questo, secondo la Roma, può valere una doppia squalifica visto che la Procura federale ha inviato una notifica di deferimento a Serra proprio per le sue frasi ingiuriose verso il tecnico? Tra dieci giorni le motivazioni della Corte Sportiva.
La società – che non può ricorrere ad altri ricorsi – ha quindi deciso di fare scudo attorno a Mourinho e di protestare duramente con un silenzio che tra Sassuolo e – soprattutto – Lazio sarà assordante. Il club ha deciso infatti di non far parlare nessun tesserato nelle due partite come forma di protesta per l’ingiusta squalifica. Lo Special parlerà mercoledì, in Spagna, per presentare la sfida contro la Real Sociedad, ma intanto ha affidato ai social il suo stato d’animo. In maniera plateale e al tempo stesso geniale. Presentando i gioielli della figlia e dell’Adidas che aveva ai polsi, Mou ha rifatto a distanza di tredici anni il gesto delle manette, passato alla storia quando era tecnico dell’Inter. Spettacolare anche nella protesta.
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