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Rassegna stampa

Mourinho, terzo anno da record

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AS ROMA NEWS MOURINHO – Se ne è andato in vacanza nel silenzio, con l’idea di restare qui; ha smesso di parlare la sera della finale di Budapest, col cuore strozzato di rabbia e con la coppa lasciata al Siviglia. Le ultime parole ascoltabili, oltre a quelle pronunciate in conferenza stampa, gli sono state rubate nel sottopassaggio della Puskas Arena, erano riferite all’arbitro Taylor e gli sono costate una pesante squalifica europea, scrive Il Messaggero.

Sono passati 28 giorni, nessun cenno, se non quella lettera rivolta all’Uefa per uscire dalla Football Board. José Mourinho un anno fa, in qualche modo, si era fatto vivo: molti ricorderanno la foto postata da Fiumicino il giorno della partenza per le vacanze dopo Tirana e poi quella in cui – con il pc chiuso e i piedi sul tavolo – si mostrava in attesa che il mercato della Roma prendesse quota. Pochi giorni fa è stato avvistato a Londra, per un incontro con Pinto, poi un colloquio con i Friedkin. Lui non parla, ma di lui si parla sempre.

Oltre alla squalifica Uefa (quattro giornate), ora in ballo c’è anche la questione Chiffi, una sentenza (del Tribunale Federale Nazionale) che è stata spostata, forse, a oggi: si lavora per il patteggiamento. Si attendono le scuse, che non arriveranno e si pensa a un comunicato di precisazione, quantomeno per evitare (o ridurre al minimo) una squalifica (due giornate) che appare scontata: la frase incriminata dopo Monza-Roma su Chiffi è «arbitro scarso, la Roma come società non ha la forza di dire “questo direttore di gara non lo vogliamo”, come fanno altri».

Nonostante tutto, Mou c’è e ci sarà con la sua coerenza e per lui questo che sta per cominciare è un anno particolare, di sfida. Basti pensare che solo tre volte, José si è fermato in un club per più di un biennio: Porto, Chelsea e il Real Madrid. A Oporto è arrivato a stagione cominciata e poi nei due anni successivi si è affermato vincendo campionati e coppe europee. Con i blues il tris lo ha anche superato e parliamo della sua prima avventura londinese, cominciata nel 2004 e terminata nel 2007 (due primi posti e un secondo, più due coppe di Lega, una FA Cup e una Community), all’inizio della sua quarta stagione, durata sei partite, fino a risolvere il contratto e finire all’Inter nella stagione successiva. E anche a Milano, come noto è rimasto solo due stagioni.

Il ritorno alla casa madre, il Chelsea, lo ha visto protagonista per altre due stagioni piene, 2013-2015 (un terzo e un primo posto) e una mezza, conclusasi a gennaio, con un esonero concordato e con risoluzione finale. Il terzo anno strozzato, insomma. Come con lo United, 2016-2018. Due stagioni regolari a Manchester e la terza terminata a dicembre 2018 con l’esonero: José va via con l’Europa League e una Community Shield.

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Non ha lasciato nulla e – per sua stessa ammissione – non ha preso nulla dal Tottenham, nel quale è rimasto meno di due stagioni: è subentrato a Pochettino nel novembre del 2018 ed è stato esonerato ad aprile del 2020. Il terzo anno è sempre un rischio con Mou, evidentemente non erano quegli gli anni per costruire con lui un futuro lungo.

Oggi, a 60 anni, forse è diverso. Roma è diversa, lo Special si è legato alla squadra, soprattutto alla città e ai suoi tifosi. E’ rimasto nonostante i molti dubbi che hanno accompagnato il finale di stagione; è rimasto nonostante il mercatino e le continue pressioni fatte alla società. E’ rimasto nonostante la stanchezza per essere sempre il frontman della situazione. Ci riprova, insomma. In questo momento, non esiste la Roma senza Mourinho e forse anche il contrario. Il rumore dei nemici è lì, non smette.

FOTO: Credits by Shutterstock.com

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