Roma-Sampdoria 3-0

ULTIME NOTIZIE AS ROMA SAMPDORIA – È l a vittoria delle buone notizie, scrive il Corriere dello Sport. La prima: la Roma ha agganciato nuovamente la zona Champions League piazzandosi di fianco all’Inter in classifica. La seconda: Gini Wijnaldum, uno dei colpi migliori del «mercatino», ha giocato una partita degna dei tempi di Liverpool. È stato il dominatore del centrocampo. La terza: per la prima volta da agosto, quando aveva travolto il Monza, la Roma batte un avversario con tre gol di scarto.

Nonostante le assenze, che hanno consigliato a Mourinho il ripristino della difesa a quattro dopo 15 mesi di quintetti, si sono visti lampi di calcio anche se il primo gol è arrivato dopo quasi un’ora, mentre la Sampdoria si stava riorganizzando per colmare il vuoto dell’inferiorità numerica.

È impossibile assicurare che il risultato sarebbe stato lo stesso senza la sciocca espulsione di Murillo, che ha 30 anni e oltre 350 partite da professionista nel curriculum ma ha pensato bene di colpire Abraham a centrocampo da ammonito. Wijnaldum ha segnato di testa la rete dell’1-0 proprio bruciando il sostituto appena inserito da Stankovic, Murru, che nasce terzino sinistro ma in assenza di Nuytinck e Günter ha dovuto adattarsi al ruolo di centrale difensivo. I due episodi sono consequenziali e quindi collegati. Però la Roma aveva già dato la sensazione di controllare la partita e stava aumentando la pressione: il terzo portiere Ravaglia, un ragazzone nato nel 1988 che non giocava titolare in Serie A da 11 anni, se l’era cavata abbastanza bene fino a quel punto ma non avrebbe potuto resistere a tempo indeterminato.

La Roma ha chiuso con 28 tiri, di cui 15 nel primo tempo. Quindi ha macinato occasioni anche in parità numerica, dopo un inizio timido che aveva concesso alla Sampdoria qualche scorribanda dalla parte di Augello, il terzino incaricato di spingere. Ben presto la differenza di valori è venuta fuori. Soprattutto per la vena ritrovata di Wijnaldum, che nel 4-1-4-1 (o se preferite 4-3-3) disegnato anche in suo favore ha esaltato al massimo le proprie caratteristiche. Lui lo aveva detto in un’intervista, che avrebbe preferito inquadrarsi in questo schema. Evidentemente sapeva quello di cui parlava.

Con il primo inserimento, ben pescato da Matic, Wijnaldum ha colpito un palo. Con il secondo, ancora individuato da Matic (sempre bravissimo), ha segnato l’1-0. Con il terzo, forse la giocata più bella per destrezza e astuzia, si è preso il rigore che poi Dybala, l’altro diadema della collezione estiva, ha convertito nel 2-0 valso la decima rete in campionato. Rispetto alla partita con il Sassuolo, in cui aveva segnato il suo primo gol romanista, Wijnaldum è sembrato un altro calciatore. Forse anche per una condizione atletica finalmente idonea. 

Al 3-0, quando ormai Irrati soffiava sul fischietto, ha provveduto El Shaarawy con una stilettata delle sue. E sono 4 in campionato per il precario più forte del gruppo. Da sottolineare qui anche l’assist di Solbakken. Abraham invece proprio non riesce a scuotersi. La sua involuzione resta preoccupante, nonostante il ruolo attivo nell’espulsione di Murillo. Se ne è accorto l’Olimpico, pieno come al solito: al momento della sostituzione si sono sentiti molti fischi. 



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