Josè Mourinho

AS ROMA NEWS EMPOLI MOURINHO – Il volto alla fine è tirato, ma soddisfatto. Di chi sa che questa vittoria è un mattone pesantissimo verso la serenità. Che poi possa diventare anche gioia, lo dirà il tempo. Come riferisce La Gazzetta dello Sport, intanto per Mourinho era fondamentale mettersi da parte le scorie delle ultime due sconfitte, quelle che avevano minato proprio quella serenità che aveva costruito fino a quel punto della stagione.

Tanto è vero che prima della partita José aveva detto: “Non mi preoccupano gli errori individuali, mi concentro solo sulla squadra”. E così ha fatto, come detto anche alla fine: “E’ stata una vittoria fantastica e meritata – dice l’allenatore della Roma – Ma siamo stati bravi a mantenere l’equilibrio dopo queste due sconfitte. Per qualcuno sembrava fossimo già diventati scarsi, mentre prima eravamo fortissimi. Ed invece abbiamo giocato con lo stesso modulo, gli stessi giocatori. E questo per me è un segno di maturità da parte della squadra, che penso di aver aiutato a mantenere questo equilibrio”.

E ieri quella squadra lì gli ha regalato la vittoria, la prima delle tre che vuole da qui fino alla sosta. “A livello di punti ora non è un problema, a Udine per esempio è sempre difficile giocare e anche con l’Empoli con un po’ di sfortuna potevamo pure perdere – dice Mou nella pancia del Castellani –. Loro sono forti, anche più della scorsa stagione. E’ stata una partita complicata, non mi è piaciuto il passaggio dal nostro gol al loro. Lì abbiamo smesso di pressare e abbiamo sbagliato i posizionamenti. Ma il secondo tempo è stato diverso, siamo stati sempre in controllo. E dopo il 2-1 abbiamo avuto tante occasioni per chiuderla, mentre alla fine sembrava che la gara non dovesse finire proprio più e abbiamo anche rischiato con il loro palo”.

Giusto festeggiare allora, perché sono tre punti pesantissimi, di quelli che spostano anche a livello psicologico: “Il campionato è come una maratona, ma avessimo perso la terza di seguito sarebbe stato complicato, è vero. Abbiamo iniziato bene, basta pensare alla gara con il Tottenham o alle prime due (con Salernitana e Cremonese, ndr). A inizio stagione pensavo potessimo fare di più, ma capisco le difficoltà. Adesso sotto con Helsinki e Atalanta, finalmente si gioca di nuovo in casa”.

Già, il doppio impegno, quello che qualche problema te lo può creare sempre. “Le squadre secondarie della A sono brave, oramai lavorano come noi. E in Europa prima prendevi le scandinave o le slave ed era fatta, adesso con internet si sa come si allenano le squadre migliori. E questo rende tutto molto più difficile”.

Anche perché la Roma ha tanti problemi con gli infortuni, il che rende tutto più arduo. “Siamo una squadra che quando perde degli elementi va in difficoltà. Abbiamo un solo Zaniolo. E qui ad Empoli l’ho ringraziato, gli ho detto: “Grazie per essere qui, per aver fatto di tutto per recuperare”. Ha lavorato in modo incredibile, come un animale per esserci. Ed è lo spirito di cui abbiamo bisogno. Abbiamo perso Wijnaldum, restando a centrocampo solo con Matic e Cristante, che sono due giocatori simili. E ora abbiamo perso anche Karsdorp e Zalewski, non abbiamo una rosa come le altre big”.

Poi Mourinho passa ad analizzare la partita dei singoli, iniziando dalla Premiata ditta Dybala-Abraham. “Paulo è un grande giocatore, chiedergli di fare di più a livello individuale è difficile. Ma si può crescere di squadra, come sta succedendo. E Tammy forse è meno coinvolto di prima proprio perché c’è Dybala, un giocatore incredibile. Lui invece deve abbassarsi in fase difensiva e andare in porta quando costruiamo. Il problema è che giocatori come lui fanno fatica mentalmente a farlo. Ma Abraham ha più potenziale di quello che vediamo, può dare molto di più”.

Quindi Spinazzola: “Gli serve tempo, ma a tratti lo sto già vedendo bene. Il grande Leo arriverà”. La chiusura sulla mentalità: “È cresciuta lo scorso anno, vincendo la Conference. E le aspettative si sono alzate con Dybala, che forse in altre condizioni non sarebbe alla Roma. Ma devono crescere altri giocatori, imparando a essere più competitivi”.



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