ULTIME NOTIZIE AS ROMA MOURINHO – Un tempo avrebbe fatto fuoco e fiamme, ma il nuovo Mourinho non cerca più il rumore del nemico. Almeno per ora. Se più avanti la Roma sarà in lotta per un traguardo importante, allora rivedremo l’incendiario, scrive il Corriere della Sera.
Così Roma-Sassuolo, partita numero 1.000 della sua carriera di vincente, non diventa l’occasione per attaccare le nazionali che «sfruttano» i giocatori dei club e spesso li rimandano a casa infortunati: «Ho deciso di non perdere tempo e concentrazione nella ricerca di soluzioni a qualcosa che non posso controllare personalmente. Ovviamente nel nostro caso non è facile accettare che un giocatore sceso in campo giovedì a mezzanotte arrivi a Roma solo sabato mattina (Viña; ndr). Magari però siamo anche fortunati ad averne solo uno, altri club avranno situazioni più complicate. Ho deciso di non piangere, penso positivo. Non c’è nulla da fare». Inutile prendere il discorso alla larga, chiedendogli cosa pensa di un Mondiale ogni due anni: «Ci penserò quando allenerò una Nazionale, magari quando avrò 80 anni».
A Trigoria, la situazione sembra sotto controllo. Lo dice lo stesso allenatore portoghese: «Stanno tutti bene, non ci sono bugie o bluff. Escluso Viña tutti gli altri che erano in nazionale, compreso Smalling, sono recuperati».
Mou non cerca alibi e soprattutto non vuole darli alla sua squadra. Una partita alla volta, la classifica si guarderà a gennaio. Anche per questo il turnover è ancora rinviato: «So bene che ci aspettano 7 partite ravvicinate ma ho pensato solo alla prima, nemmeno alla seconda».
Largo ai titolarissimi, allora, personalizzando le frasi. Il primo è Zaniolo: «Si diceva che avrebbe potuto giocare qualche partita l’anno scorso, o addirittura andare all’Europeo. Lui, invece, con maturità, ha aspettato il momento giusto. Qualche mio collaboratore ha lavorato con lui qualche settimana prima del mio arrivo. Doveva superare le cicatrici emozionali che lasciano questi infortuni, ora ha dimenticato il problema che ha avuto e sta bene. Deve imparare tante cose che arrivano solo con l’esperienza ma mi sembra un ragazzo super professionale. Avevo preso informazioni prima del mio arrivo, me lo descrivevano come immaturo e a volte irresponsabile: posso dire solo il contrario».
Il secondo è Pellegrini: «Ogni giorno che passa è più vicino a firmare il contratto. Non c’è storia, io lo voglio qui, la Roma lo vuole e lui vuole restare. La vicenda è prossima a finire bene. Pellegrini sarà il nostro capitano per tanti anni, Mancini il vice e Cristante il terzo. Lorenzo deve essere un capitano per l’oggi e per il domani».
Il terzo è Abraham: «Mi aspettavo questo impatto come giocatore, ma c’è sempre qualche dubbio quando un ragazzo nasce e cresce per anni in un altro ambiente. Tammy è un ragazzo di Londra e resterà sempre tale, ha giocato molti anni nel Chelsea. Tante volte, quando escono da lì, c’è un pensiero sulla loro capacità di adattamento. I miei dubbi però sono già finiti. Penso che gli piaccia davvero Roma, è già perfettamente integrato nella squadra».
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