(Gazzetta dello Sport – D. Stoppini) Non è finita finché non è finita. In fondo ci sono i telefoni, per parlare con James Pallotta e per ricevere un mandato ben preciso: riallacciare i contatti. È accaduto nelle ultime ore: la Roma e il Guangzhou Evergrande sono tornati a relazionarsi per Radja Nainggolan. È storia da mettere agli atti, è il modo per capire se l’operazione può davvero chiudersi, così da far brindare tutte le parti al tavolo della trattativa.
ALLO STUDIO – L’input è arrivato direttamente da Boston. Quel Pallotta che aveva dato il via libera all’affare nel meeting con i dirigenti della scorsa settimana, è lo stesso Pallotta che ha sponsorizzato il nuovo contatto. Una telefonata tra la Roma e i rappresentanti del Guangzhou con questo obiettivo: proviamo a studiare un modo per superare l’impasse degli ultimi giorni, valutiamo tutte le tecnicalità di un affare finanziariamente complicato. Affare che però era stato portato a termine, prima dello stop imposto al Guangzhou dal Partito Comunista dopo il caso Aubameyang. Altro che nessuna offerta, frase politically correct di Monchi. Ma pure il d.s. – peraltro avvistato domenica scorsa a Firenze, ma per questioni non legate all’affare Nainggolan – sa che le firme erano dietro l’angolo.
NUOVA STRUTTURA – E allora come si riapre? Triangolazioni cercasi, i migliori dribbling del mondo per un prestito oneroso da 6-8 milioni di euro – dunque una cifra che impatterebbe poco o nulla sulla famosa luxury tax – e un esborso economico successivo magari da dilazionare, per un importo complessivo a favore della Roma che supererebbe i 50 milioni di euro. Così si sta ragionando adesso. Non è storia risolvibile in poche ore, ma la novità è che le parti sono tornate nuovamente al lavoro. Certo è che il tempo non gioca a favore della trattativa. Perché la cessione di Nainggolan non può materializzarsi il 31 gennaio. E perché la Roma deve portare avanti un mercato parallelo in entrata, immaginando di reinvestire parte del ricavato con almeno un paio di acquisti. Parte, non tutto. Anche perché la società di Pallotta è alla perenne rincorsa di un bilancio da sistemare, dentro un’azienda che fondamentalmente ha un solo grande problema: costa più di quello che ricava. E allora ecco l’ossigeno di una qualificazione Champions, ecco la boccata d’aria che può portare l’ennesima plusvalenza (questa sarebbe di oltre 40 milioni), da recapitare all’Uefa in attesa delle nuove sanzioni – a Trigoria sperano limitate – per aver sforato i paletti del fair play finanziario.
QUI LONDRA – Ieri, in ogni caso, Monchi era a Trigoria. E magari al telefono sarà stato aggiornato anche sulla questione Emerson. È il piano parallelo di plusvalenza sulla quale sta lavorando la Roma. Il brasiliano piace in Premier League, c’è un intermediario al lavoro che negli ultimi giorni ha registrato il forte interesse del Chelsea, ancor più che del Liverpool. La squadra di Conte è alla ricerca di un mancino che dia il cambio a Marcos Alonso: nella lista è entrato prepotentemente l’esterno della Roma, peraltro scontento dello scarso utilizzo da parte di Di Francesco dopo il rientro dall’infortunio. Della presenza del Chelsea sul giocatore è stata informata anche la Juventus, doppiamente interessata all’affare: direttamente perché Emerson è anche nella lista di Allegri e in maniera indiretta perché in questo modo sfumerebbe l’interesse del Blues per Alex Sandro. Ah, in tutto questo ci sarebbe Inter-Roma, partita che vale milioni per restare in tema: Di Francesco sta pensando a una squadra con Florenzi esterno alto e Strootman in panchina. E Nainggolan? Titolare. A meno che non si risolva prima quel cubo di Rubik che è diventata la sua (possibile) cessione.
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