Adesso c’è solo la Roma dietro alla Juve, da affrontare sabato allo Stadium per riaprire la corsa scudetto. La capolista ha sempre 4 punti di vantaggio, ma non può sentirsi al sicuro. Nainggolan stende il Milan che perde, nella stessa notte, lo scontro diretto dell’Olimpico e anche il 2° posto. Spalletti, festeggiando la sua vittoria numero 150 sulla panchina giallorossa, certifica il ruolo della sua squadra che, con il 12° successo interno di fila in campionato (compresi i 3 dello scorso torneo e il derby), diventa l’unica rivale dei campioni d’Italia. Nella capitale ha raccolto 27 dei suoi 35 punti. E ha ormai imparato a recitare da grande, mostrando equilibrio e compattezza. E riuscendo a colpire quando deve. E a vincere pure di misura, come è successo contro i rossoneri.

SUBITO A SPECCHIO – Spalletti in partenza ha confermato la Roma che ha battuto la Lazio, Montella ha invece riproposto Bertolacci, uscito di scena alla prima giornata. I nemici carissimi si conoscono così bene, anche per la frequentazione quotidiana a Trigoria di qualche anno fa, da scegliere lo stesso sistema di gioco. E’ il tecnico rossonero, però, a copiare il collega giallorosso, lasciando il 4-3-3 per il 4-2-3-1. Il Milan, negli interpreti, è più offensivo, perché inizia con Niang a sinistra, dove la catena avversaria è con due terzini, Ruediger basso e Peres alto. Diverse le marcature personalizzate che hanno comunque gli stessi obiettivi: limitare i rispettivi playmaker: De Rossi subisce il pressing di Bertolacci, Locatelli quello di Nainggolan. Normale che certe attenzioni reciproche facciano diminuire le chance e le emozioni.

SPECIALISTA RECIDIVO – La Roma resta in partita con la prodezza di Szczesny che, al minuto 27, devia in angolo il rigore di Niang. Che già contro il Crotone, nell’ultimo turno di campionato, ne fallì uno. Anche quello conquistato da Lapadula che qui, lanciato da Bertolacci, è stato atterrato dal portiere giallorosso. Montella, dopo il secondo errore del suo attaccante, dovrà rivedere le gerarchie interne. Lo spreco è costato caro, interrompendo la striscia positiva di 5 partite (4 vittorie e 1 pari). Il Milan non ha sfruttato l’occasione che avrebbe dato un senso al suo primo tempo, in cui si è preso l’iniziativa e non l’ha più lasciata fino all’intervallo, rischiando solo all’inizio, destro di Dzeko respinto da Donnarumma e nel finale del primo tempo, ancora su conclusione del capocannoniere finita a lato. Subito dopo il ko di Peres nello scontro con De Sciglio. Dentro El Shaarawy, ma a sinistra. Perotti si sposta a destra.

CAMBIO DI RITMO – La ripresa, come contro la Lazio, viene sfruttata dalla Roma per prendersi i 3 punti. Con più convinzione e maggiore agonismo. Spalletti aggiusta gli interpreti in campo e, ripetendo la mossa fatta nella seconda parte del derby, sistema a sinistra Strootman che lascia la sua zona a De Rossi. Ma è ancora Nainggolan a cambiare la storia della partita, soffocando Locatelli e calciando di sinistro da fuori per il vantaggio. Dzeko usa il fisico e la classe: è ovunque. La raffica di sostituzioni di Montella, ancora senza successi in campionato contro la sua ex squadra, non spaventa Ruediger, Fazio e Manolas: entrano Mati Fernandez per Bertolacci, Luiz Adriano per Lapadula e Honda per Pasalic. La difesa tiene e non concede chance ai rossoneri. E per il 2° match di fila non prende gol. L’1 a 0, mai successo in 24 gare stagionali, basta per restare il miglior attacco. In solitudine, con 36 gol.

(Il Messaggero – U. Trani)



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