Menomale che la Roma gli aveva chiesto di rimanere in silenzio. O almeno di evitare dichiarazioni sul suo futuro. Nainggolan torna invece a parlare. E incurante delle raccomandazioni arrivate da Trigoria (tra l’altro dopo l’incontro avuto con l’agente Beltrami, nel quale era stato dato l’ok di massima all’adeguamento contrattuale, da discutere dopo gli Europei) aggiunge l’ennesimo tassello a quella che rischia di diventare l’ennesima telenovela. Parole non dirette come qualche settimana fa ma quanto basta per creare un minimo di agitazione. Sia nella tifoseria («La Roma e il Chelsea stanno ancora parlando, vedremo. Se dovessi restare sarei felice ma al momento penso solo agli Europei») che nel club («Vermaelen? È un grande giocatore, tutti lo vorrebbero. C»). In un colpo solo, due rivelazioni. Entrambe di mercato. Se sulla prima (il Chelsea è arrivato ad offrire 35 milioni) il calciatore ha provato a giustificarsi in privato con il club asserendo che quanto attribuitogli nella risposta era in realtà la domanda (versione smentita categoricamente dai media belgi), la seconda è un piacevole (per chi ascolta o legge, meno magari per chi lo dovrà trattare, ndc) déjà vu. Perché sono almeno tre sessioni di mercato che il nome di Vermaelen è accostato ai giallorossi. Il belga è il prototipo del difensore che il tandem Spalletti-Sabatini sta cercando: mancino, abile con il pallone tra i piedi e uomo d’esperienza. Il profilo perfetto con un neo però non trascurabile. Negli ultimi tre anni gli infortuni non hanno dato tregua al belga che ha disputato appena 44 partite (11 nell’ultima stagione). È anche vero che attualmente Vermaelen è titolare nel Belgio, destinato ad arrivare almeno in semifinale agli Europei (prossime avversarie Ungheria e poi la vincente tra Galles e Irlanda del Nord). Un’operazione che oltre a tutte le cautele d’obbligo a livello medico, presume anche il via libera del Barcellona con il quale la Roma ha ottimi rapporti. Luis Enrique potendo contare per la prossima stagione su Umtiti, non ha messo paletti. La palla passa ora a Sabatini.
Proprio il ds un mese fa menzionò la famosa «mossa a coda di gatto maculato» che avrebbe dovuto salvare Pjanic. Ora che il bosniaco è stato ceduto, seppur in ritardo, il gatto si è palesato a Trigoria. Non è maculato ma gli somiglia, almeno considerando il nome del club che sarebbe disposto a pagare 10 milioni il cartellino di Doumbia. Si tratta del Tigres, società messicana, che ha recapitato – secondo quanto riportato da Espn deportes – un’offerta ufficiale alla Roma. L’idea è quella di affiancare a Gignac un altro attaccante di nome per provare a vincere la Copa Libertadores. Il problema, come al solito, è convincere il calciatore che come accade puntualmente all’inizio di ogni sessione di mercato rifiuta tutte le destinazioni che gli vengono proposte, attirato dalla possibilità di tornare in extremis al Cska Mosca (che tuttavia non ha la disponibilità economica per riprenderlo). Per ora l’unica eccezione ai no reiterati dell’ivoriano è rappresentata dalla possibilità di accasarsi al Basilea, destinazione a lui gradita. La Roma ci spera: già liberarsi del contratto di Seydou (6 milioni lordi) equivarrebbe ad una cessione di medio livello, da sommare alle partenze imminenti di Iago Falque e Ljajic, destinazione Torino (Con il quale si è parlato anche di Peres e Belotti). Anche Paredes (convocato dall’Argentina per le Olimpiadi) nonostante il no alla Sampdoria (legato più alla formula proposta, prestito con diritto di riscatto, che altro) rimane sul mercato. Zenit interessato e Milan alla finestra, soprattutto dovesse ingaggiare Giampaolo come allenatore.
(Il Messaggero – S. Carina)
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