(Corriere della Sera – L. Valdiserri) Sembra l’ultima puntata del Capodanno-gate, ma lo sarà davvero? Radja Nainggolan non è stato convocato per Roma-Atalanta. Paga il video postato sui social in cui beveva, fumava e bestemmiava. Un autogol per il quale era già stato redarguito dal d.g. Baldissoni e dal d.s. Monchi. L’annuncio lo ha dato l’allenatore Eusebio Di Francesco, nella conferenza stampa prepartita: «Prima che me lo chiediate, parlo io di Nainggolan. Radja non sarà convocato per la partita con l’Atalanta, seguendo la linea guida dettata dalla società, condivisa da me e accettata dal giocatore. C’è un modo di comportarsi che deve essere continuativo per chi rappresenta la Roma. Sono cose inaccettabili. Chi dovesse fare lo stesso in futuro sarà punito nello stesso modo». La Roma ci ha messo cinque giorni, a testimonianza di una scelta non facile. Nainggolan, in campo, dà sempre tutto. È un idolo dei tifosi, che ieri si sono schierati in maggioranza con lui nelle radio locali e sui social. La Roma è in crisi di risultati e l’Atalanta è avversario difficile: il Ninja calciatore avrebbe fatto comodo. Ma si è scelta un’altra strada: «Non importa decidere in uno o più giorni, l’importante è avere preso una strada una volta per tutte. Magari questa scelta l’avevo fatta subito, non lo vengo a dire a voi. Io cerco di dare una mentalità vincente, che passa anche dai comportamenti. Non mi era mai accaduta una cosa simile. Posso capire se ti vengono rubate delle immagini, ma farsele da solo è ancora peggio. Radja, in ogni caso, si è preso le sue responsabilità».
Di Francesco si è presentato in sala stampa con una serie di dati, a difesa del suo lavoro. La Roma è prima, o tra le prime, in molte statistiche del campionato, ma non certo in quella tiri fatti/gol segnati. «Questo è il periodo peggiore da quando sono qui per i risultati, magari si è mollato qualcosa dal punto di vista emotivo, manchiamo in alcuni particolari dove prima non sbagliavamo. Tutto parte anche dai comportamenti». Bocciato, almeno per ora, Schick: «Deve capire per prima cosa dove è arrivato. È un patrimonio del calcio per i mezzi che ha e lo dico dopo la partita contro il Sassuolo dove ha giocato male e non è riuscito a fare neanche le cose più semplici. Con il lavoro e con l’umiltà potrà fare bene». Prima Monchi e poi Di Francesco hanno messo i giocatori con le spalle al muro, in modo quasi brutale. Significa che la situazione è difficile e si sta cercando ogni modo per uscirne. Oggi senza Nainggolan, domani chissà. Il Ninja è innamorato di Roma, ma qualcuno da ieri si sente in diritto di sentire il suo procuratore.
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