Arriva la sconfitta, sale il nervosismo. Inevitabile. Non si accettano sostituzioni, passaggi sbagliati, ci sta che in campo non si capiscano le indicazioni dell’allenatore e alcune vengano ignorate. E tutto questo capita sempre a Bergamo: lo scorso anno lite Totti-Spalletti dopo il 3-3. Questa volta saltano i nervi a Nainggolan. Che è successo? Spalletti lo ha pungolato per tutto il secondo tempo, e un paio di volte il belga gli ha risposto in malo modo. Lucio gli ha chiesto di mettersi in barriera durante un calcio di punizione avversario, lui ha fatto due passi ma lì dove voleva Lucio non c’è andato. Poi fortunatamente quel tiro è finito tra le braccia di Szczesny. Al momento della sostituzione c’è stata “la resa dei conti”. Spalletti gli ha dato una pacca sulla spalla, Radja ha continuato la sua corsa verso lo spogliatoio e si è fermato a parlare in maniera molto accesa con il “tattico” Marco Domenichini. L’oggetto della discussione era la posizione che Radja doveva assumere in campo dopo la sostituzione di Perotti. Lo abbiamo visto largo a sinistra, poi in mezzo: c’è stato un momento di dispersione, di confusione. E Nainggolan ha urlato a Domenichini di essere più chiari nelle disposizioni (versione edulcorata, ndi), altrimenti Spalletti se la prende con lui. Un chiarimento che poi è arrivato al chiuso dello spogliatoio e ora se ne riparlerà a Trigoria.
Anche Perotti, che di solito è uno molto controllato, ha mandato a quel paese un compagno per un cross sbagliato. E pensare che per lui la partita si era messa bene: il solito rigore calciato alla Maradona (rincorsa breve e sguardo fisso negli occhi del portiere). Quinto tiro dagli undici metri tirato in questa stagione, quattro in campionato (Cagliari, 2 Udinese e Atalanta) e uno in Europa League (Viktoria Plzen), undicesimo in carriera, tre con il Siviglia e altri tre con la maglia del Genoa. Serie impressionante: undici rigori, nessun errore, cento per cento di realizzazione. Poi l’Atalanta e un paio di giocate mal riuscite gli hanno rovinato il pomeriggio a Diego. E lo hanno rovinato a un po’ tutti i tifosi della Roma.
(Il Messaggero – A. Angeloni)
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