(Gazzetta dello Sport – A. Pugliese) Ci ha ripensato, nel pieno rispetto del suo spirito da combattente. Tra Radja Nainggolan e il Belgio ci sarà ancora un’occasione. Se poi sarà ancora amore o meno, lo vedremo solo più avanti. Per ora, però, non è in programma quell’addio ventilato a caldo, appena saputo che non sarebbe stato convocato per le due partite che i Diavoli Rossi hanno in programma contro Gibilterra e Grecia. «Non mi fermo, anche se devo ammettere che ci ho pensato seriamente – ha detto Nainggolan ieri a Hln.be – Dopo un lungo colloquio con Monchi ho deciso di restare a disposizione del c.t. Monchi mi ha detto: “Devi giocare la Coppa del Mondo”. Ci proverò, anche se comincio a pensare che possa perderla. Quando non andai in Brasile, nel 2014, fu dura da digerire. La Champions e il Mondiale per un calciatore sono le due competizioni più belle da giocare».
LO SCONTRO – Ma qual è stato il problema sorto tra Nainggolan e il c.t. Martinez? Sembra il ritardo ad una riunione prima della gara con l’Estonia, a giugno. «Ma stiamo parlando di un solo minuto, non di più – chiarisce il Ninja – Ho commesso un errore, ma non è la prima volta che qualcuno arriva in ritardo. Fossi un allenatore sarei un po’ più elastico. Con me alla fine c’è sempre qualcosa che non va e sempre per cose extrasportive. Una volta è perché bevi, una perché fumi, ora la mia concentrazione non sarebbe buona. Non sono l’unico calciatore che fuma, ma nonostante il mio stile di vita do sempre il 120%. Conta questo no?». In linea di massima sì, ma bisognerebbe chiedere a Martinez. «Non so se non mi vuole più, ma non c’è motivo per lasciarmi fuori». Ed allora si tratta solo di aspettare le prossime convocazioni.
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