James Pallotta e Radja Nainggolan

Non c’è nulla di più romantico di un giocatore che sposa un’unica maglia per tutta la carriera, ma dietro a Totti c’è un’altra Roma che prova ad emergere. «Uomini forti per destini forti», li vuole così Spalletti, convinto che per vincere serva più di un leader, altri Totti per competere con la Juventus. Nainggolan si candida per diventarlo, la personalità certo non gli manca ed è con quella che si è rivolto ai tifosi giallorossi: «Nel primo tempo contro la Sampdoria ci sono stati dei fischi e non era facile giocare con tranquillità e sicurezza, l’ingresso di Checco ci ha fatto cambiare marcia, anche perché la spinta del pubblico era due-tre volte più forte rispetto a prima, i tifosi si sono entusiasmati e sembravamo un’altra squadra nella ripresa. Io mi sento leader, la mia tipologia di gioco è fatta anche un po’ di quello».

E di tenerci alla Roma lo ha dimostrato pure coi fatti, rifiutando in estate offerte faraoniche e progetti ambiziosi. «Ho deciso di rimanere – ha chiarito ieri il centrocampista belga durante la conferenza di presentazione della partnership tra Roma e il nuovo premium sponsor EZTrader – e ho mantenuto la parola. Sono felice nella capitale, presto si troverà l’accordo per il rinnovo, ne sono sicuro». L’ottimismo è fondato, il suo agente Beltrami ieri era a Trigoria, dove ha trovato sia Pallotta sia i dirigenti e con loro ha affrontato il discorso, sistemando i dettagli per l’adeguamento contrattuale. La scadenza resta fissata al 2020, ma Nainggolan percepirà quasi un milione in più rispetto al precedente accordo, fino ad arrivare a circa 5 milioni, bonus compresi. Il Chelsea gliene avrebbe dati 6.

Ha scelto la Roma Radja e, se non bastasse questo a far innamorare di lui i tifosi che fanno i conti in tasca ai calciatori, potrebbe essere sufficiente ricordare la sua reazione al trasferimento dell’amico Pjanic alla Juventus. Quel «se diventa bianconero non gli parlo più» è un atto d’amore che chiede di essere ricambiato al grido di «ci siamo anche noi». Undici uomini in campo con lo stesso obiettivo di chi è sugli spalti: costruire un destino forte, vincente. In campionato o magari nell’Europa League troppo spesso trascurata: «È una bella Coppa, anche se purtroppo non è la Champions League. La prima partita in trasferta è importante, vogliamo i tre punti con il Viktoria Plzen», è Strootman che parla, sfoggiando per la prima volta la terza divisa ufficiale stile «Orange». «Mi piace molto questa maglia, ha i colori dell’Olanda. Non vedo l’ora di metterla in campo», ha commentato Kevin dal Roma Store di via del Corso. Dovrà aspettare solo fino a domenica per indossarla in gara, a Firenze contro i viola di Sousa.

Pallotta seguirà la squadra in Toscana a meno che non decida di anticipare la partenza per gli Stati Uniti. Oggi nell’agenda del presidente c’è l’incontro in Campidoglio con la sindaca Raggi, ieri intanto ha fatto da Cicerone al nuovo ad Gandini nel centro sportivo di Trigoria e con lui ha fatto irruzione negli studi di Roma Radio. «È il secondo giorno di scuola per me, il primo allo stadio è stato molto positivo. Come si dice: debutto bagnato, debutto fortunato», le parole del neo dirigente. Il presidente ha invece confermato la paura al momento del rigore di Totti: «Mi sono girato dall’altra parte per non guardare». Che la palla fosse entrata l’ha capito dal boato dell’Olimpico. Pallotta nel primo pomeriggio di ieri ha presenziato all’evento di via del Corso, assieme al dg Baldissoni, Nainggolan, Kaitlyn Colligan, la dipendente della Raptor che nella capitale si occupa di promuovere il brand affiancando il direttore marketing Colette.

Quest’ultimo guarda oltre la partnership con l’EZTrader, azienda leader nel trading online con cui è stato siglato un accordo triennale da un milione circa a stagione: «Lavoriamo per il main sponsor, per la Roma deve essere importante». È un vuoto grande ancora da colmare, un po’ come i nuovi Totti per la squadra e per un pubblico che ha occhi e voce solo per il numero 10.

(Il Tempo – E. Menghi)



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