(Corriere della Sera – L. Valdiserri) Era solo un errore di prospettiva. In molti chiedevano alla partita dell’Olimpico di rivelare l’anti-Juve, mentre la squadra da cercare (su altri campi) è semmai l’anti-Napoli. Otto vittorie su otto partite, 26 gol all’attivo, una completezza tattica e tecnica che ha bisogno di un solo ma decisivo miglioramento: più cattiveria sotto porta. La partita di ieri contro la Roma, ad esempio, è stata dominata per larghi tratti, ma senza sferrare il colpo definitivo. Così, in un finale convulso, quando Di Francesco ha schierato Fazio centravanti, come un tempo fece Capello con Dellas, la Roma ha avuto un paio di occasioni per pareggiare. Il risultato sarebbe stato ingiusto, ma il calcio è fatto così. Se Sarri mette a posto anche questo dettaglio, il sogno è vicino. Ai napoletani restano molti e ottimi motivi per essere felici: i punti di vantaggio sulla Juve sono già 5e oggi Sarri & company po tranno guardare il derby di San Siro, fare il tifo per il Milan e studiare come dare un’altra mazzata al campionato nel prossimo turno, quando l’Inter dovrà scendere al San Paolo.
La prima domanda è solo apparentemente estranea alla partita: l’impresa della Lazio contro la Juve, allo Stadium, cambierà più l’approccio del Napoli (possibilità di fuga) o quello della Roma (classifica corta, in attesa del recupero della gara contro la Sampdoria)? La risposta del campo è semplice: Sarri ha preparato la partita giusta. La Roma parte da due idee: 1) il cambio di modulo in 4-2-3-1 per mettere Nainggolan più vicino alla porta e interdire su Jorginho; 2) verticalizzare il più possibile. Il Napoli vuole: 1)costringere Manolas e Juan Jesus a far iniziare l’azione; 2) fare possesso palla e cambiare fronte all’improvviso per attaccare quello che nel basket si chiama «lato debole», cioè quello con meno uomini e più spazi. Il primo tempo, così, è nelle mani del Napoli e, anche se il gol nasce da un errore di De Rossi, che serve un assist-harakiri a Insigne, il risultato è meritato. Va, anzi, stretto ai partenopei.
Nella ripresa il Napoli ha molte occasioni potenziali, spesso in parità numerica con la difesa giallorossa, ma non arriva il 2-0. La Roma, generosa ma poco altro, ci prova con i palloni alti: Reina è decisivo deviando sul palo un’incornata di Fazio, Dzeko (abbandonato come era successo con l’Atletico Madrid) si vede una volta sola e colpisce la parte alta della traversa. Il Napoli, adesso, non può nascondersi: è la favorita. Il lavoro di Sarri è stato costante e i margini di crescita ci sono ancora. La sfida al Manchester City di Guardiola (ieri 7-2 allo Stoke City) sarà emozionante, ma è al campionato che bisogna guardare.
La Roma ha già perso due scontri diretti in casa (Napoli e Inter): la sua dimensione attuale è la lotta per il quarto posto, ma la concorrenza è ampia. La speranza è recuperare presto Schick e Karsdorp, perché dovevano prendere il posto di Salah e Ruediger, solite vendite estive di un club sempre schiavo delle plusvalenze. È triste ma realistico pensare che, in quello che potrebbe essere l’anno no per la Juventus, non sarà la Roma ad approfittarne.
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