Non è solo la classifica a dare il giusto significato alla sfida di oggi pomeriggio (ore 15) al San Paolo. Perché, a prescindere dal rendimento garantito fin qui in campionato da entrambe, il Napoli e la Roma si affrontano anche per diventare ufficialmente la prima rivale della Juve nella corsa scudetto. Ruolo a cui, almeno per la qualità di diversi interpreti e per la storia degli ultimi tornei, possono al momento ambire solo loro. Non conta, dunque, la distanza dal vertice, con Sarri a meno 4 e Spalletti a meno 5 da Allegri, e ancora meno il leggero distacco che c’è tra loro, solo 1. Con altre 30 gare a disposizione, dopo l’esame odierno, il verdetto di questo spareggio per il secondo posto non sarà già definitivo. Un’indicazione chiara, però, verrà fuori e il risultato peserà in ogni caso, con il pari che permetterebbe ai bianconeri di allungare ulteriormente il vantaggio.
OLTRE LE CIFRE – I numeri che accompagnano i tecnici sono più contraddittori e fuorvianti di quanto si possa pensare. Ecco perché non devono condizionare psicologicamente i protagonisti. Il Napoli in casa, ad esempio, non ha mai perso in serie A da quando è arrivato Sarri: in 22 gare, 19 successi e 3 pareggi. Ma il penultimo pari, il 13 dicembre del 2015, proprio contro la Roma, unica squadra del nostro campionato che, con l’attuale allenatore partenopeo, non ha subito reti a Fuorigrotta. Tra l’altro il tecnico di Bagnoli non ha mai vinto contro i giallorossi in 4 precedenti, i primi due con l’Empoli. Anche Spalletti, capace di battere l’amico al primo (e inedito) incrocio tra i due all’Olimpico il 25 aprile, sa che deve comunque vedersela con il vento contrario: solo 1 punto nei 3 viaggi fatti in questo torneo (peggio solo il Crotone e il Cagliari) e mai 3 dopo la sosta nel mese di ottobre. Il dna di entrambe le squadre è facilmente rintracciabile nel comportamento dei rispettivi attacchi. Quello giallorosso, con 16 gol, è il migliore e ha chiuso in testa anche l’ultimo torneo con 83 reti e proprio davanti a quello azzurro che, fermatosi a 82 soprattutto grazie alle 36 di Higuain, adesso è comunque terzo con 14.
DIETRO AL GIOCO – Spalletti e Sarri disegnano in campo calcio offensivo e di conseguenza efficace. I due tecnici sono sempre e comunque propositivi, magari cercando di avere la gestione della gara e e di sfruttare al tempo stesso le caratteristiche dei loro calciatori. Ma più della traccia che il coro spesso recita a memoria, stavolta potrebbe incidere la giocata del singolo. Proprio i giallorossi sanno che cosa significhi. Dzeko, ad esempio, è ancora a digiuno in trasferta.Ma, in casa, ha già segnato 5 gol in 4 gare. E’ altalenante o semplicemente discontinuo. Lui come altri a Trigoria (e anche a Castelvolturno). Il centravanti e i suoi compagni, nonostante siano dopo 7 giornate secondi in Europa per occasioni create (113, il Real primo ne ha contate per ora 116), non hanno raccolto come avrebbero dovuto, pure se il reparto offensivo ha comunque firmato 14 gol su 16. I partenopei, pur essendo i più bravi della serie A nel possesso palla (58 per cento), hanno già fatto cilecca in 2 partite, pari senza reti a Marassi contro il Genoa e ko di misura a Bergamo contro l’Atatanta, con Insigne che non è mai riuscito a fare centro in questa stagione (9 partite, comprese le 2 di Champions).
FORFAIT PESANTI – Fino alla vigilia si è discusso di quanto influisse l’assenza, e non solo per oggi, di Milik che resterà fuori a lungo. Sarri si affiderà a Gabbiadini, sapendo di non avere altri giocatori in rosa con caratteristiche da prima. Adesso, con gli imprevisti che hanno tolto di scena prima della partenza Bruno Peres e Strootman, è però Spalletti a ritrovarsi in piena emergenza, non avendo a disposizione nemmeno Vermaelen, Rudiger e Mario Rui. Se il collega partenopeo cambierà solo il centravanti, lui non potrà invece riproporre, come interpreti, il 4-2-3-1 che ha funzionato contro l’Inter. Florenzi tornerà a fare il terzino e Nainggolan si riprenderà il posto da titolare. A centrocampo di nuovo spazio a Paredes per avere comunque equilibrio. Altre ipotesi: difesa a 3 o 4-2-4 con El Shaarawy al posto di Dzeko, opzioni che, scelte già in passato,non vanno scartate a priori. La rosa, attualmente ridotta al minimo, è però incompleta dal via. Non a caso il tecnico giallorosso ha usato solo 18 giocatori. Nessuno meno di lui in A.
(Il Messaggero – U. Trani)
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