Evan Ndicka

AS ROMA NEWS MALORE NDICKA – La grande paura, il meraviglioso sollievo. Evan N’Dicka ha fatto tremare la Roma e tutto il mondo del calcio, crollando a terra per un malore improvviso determinato da uno scompenso cardiaco. Ma per fortuna le sue condizioni non sono gravissime, scrive il Corriere dello Sport.

Il giocatore, che compirà 25 anni ad agosto, ha passato la notte ricoverato in ospedale a Udine. Però sembra esclusa l’ipotesi iniziale, cioè un infarto, perché la prova degli enzimi cardiaci ha dato esito confortante. Per la conferma bisognerà comunque aspettare l’esito degli altri esami.

Una delle ipotesi è che la fibrillazione possa essere stata generata da una compressione polmonare. Dovuta forse a un contrasto molto ruvido avvenuto nel primo tempo con Lorenzo Lucca, attaccante dell’Udinese, che lo aveva colpito al torace con una gomitata (involontaria) molto violenta. Però il pomeriggio è stato terribile per tutti. A un certo punto in tanti hanno ripensato a Piermario Morosini, che era stato ricordato ieri alla Dacia Arena nel dodicesimo anniversario della morte, in campo a Pescara.

Minuti trascorsi, poco meno di 71: Llorente passa il pallone a Karsdorp, la Roma continua l’azione senza accorgersi che N’Dicka sta male. Passano lunghi secondi. Evan appoggia le mani sulle ginocchia, poi giù a terra. Come se avesse avvertito una fitta muscolare, di quelle che capitano spesso senza contatti proibiti. E invece no.

Il primo ad accorgersene è il giocatore più vicino, cioè il portiere Svilar, che gli chiede cosa sia successo insieme a Lucca che pure è nei paraggi. N’Dicka si tocca il petto, ha la mano sinistra che a scatti indica il cuore e digrigna i denti. Si diffonde immediatamente il panico, con il personale paramedico che si affretta a prestare i primi soccorsi.

Allo stadio cala il silenzio, su richiesta dei giocatori della Roma che invitano la curva dell’Udinese a non cantare più. Civilissima la risposta del pubblico friulano, che spegne immediatamente il sonoro e applaude solo quando N’Dicka viene accompagnato in barella fuori dal campo. Prima di uscire, cosciente, lui ha il tempo di alzare un pollice a beneficio delle telecamere per rassicurare i cari.

Negli spogliatoi c’è apprensione, perché il cuore di N’Dicka non funziona come dovrebbe. Viene usato un defibrillatore per aiutare a ritrovare l’equilibrio ma i medici, dopo l’elettrocardiogramma, decidono di trasferirlo in ambulanza all’ospedale Santa Maria della Misericordia, distante 2,5 chilometri dallo stadio.

N’Dicka viene immediatamente visitato dal professor Massimo Imazio, primario di cardiologia, che lascia trapelare informazioni rassicuranti: il paziente è entrato in codice giallo, quindi non è in pericolo di vita. Ma De Rossi, che aveva già fatto spogliare Smalling per effettuare la sostituzione, capisce che la squadra è scossa, non ha più la testa per giocare. Da qui la decisione quasi inevitabile dell’arbitro Pairetto: sospendere la partita, che riprenderà dal minuto 72 sul risultato di 1-1.

La Roma, dopo un primo aggiornamento che indicava cauto ottimismo, ha emesso una sorta di bollettino medico serale sui suoi profili social, pubblicando anche una foto di N’Dicka che mostra i muscoli dal letto dell’ospedale. «Evan si sente meglio ed è di buon umore» scrive la società.

Il paziente è stato sottoposto agli esami strumentali, compresa la Tac cardiaca, ed è stato trattenuto in osservazione. Potrebbe essere dimesso in breve tempo, tanto è vero che i compagni sono ripartiti per Roma con un volo charter dopo avergli fatto visita. A Udine è rimasto solo il medico del club, Massimo Manara. E’ presto, naturalmente, per ipotizzare i tempi di un rientro agonistico. Per adesso è già bellissimo poter tirare un sospiro di sollievo. 



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