Niente edilizia residenziale: il divieto di costruire case in cambio di stadi, quindi anche di quello di Tor di Valle, viene ribadito a chiarissime lettere dall’emendamento, presentato dal Governo, alla manovra che è in discussione in Parlamento. Nelle scorse settimane si era ipotizzato che le «destinazioni d’uso diverse da quella sportiva» riportate nel primo testo licenziato dal Governo, in realtà, nascondessero un’apertura alla costruzione di case in cambio di stadi, contraddicendo quindi l’espresso divieto che era stato inserito nella cosiddetta «legge Stadi» anche se qualche voce solitaria aveva sottolineato come un espresso divieto non potesse essere cancellato da una frase così implicita. Ora arriva la conferma: «Per eliminare ogni dubbio interpretativo» come si legge nella relazione tecnica allegata agli emendamenti del Governo, «il progetto può comprendere, ai fini del raggiungimento dell’equilibrio economico finanziario, la costruzione di immobili con destinazioni d’uso diverse da quella sportiva con esclusione della realizzazione di nuovi complessi di edilizia residenziale». Se l’emendamento sarà approvato senza ulteriori modifiche, sarà la fine delle elucubrazioni speculative su Tor di Valle e su qualsiasi altro impianto che si vorrà costruire.
Il nuovo testo proposto dal Governo, però, contiene anche altre novità sostanziali: tutte le opere devono essere realizzate in aree contigue. Quindi, niente spazio a «compensazioni» in altre zone della città. Fine dell’idea di prendere il Flaminio e poi «compensare» altrove. Altra novità: se due società presentano due progetti sullo stesso impianto pubblico (ad esempio, Milan e Inter sul Meazza/SanSiro), sarà la Conferenza di Servizi preliminare a valutare il più conveniente. Altra novità (che potrebbe trovare applicazione nel caso del progetto di Tor di Valle) riguarda la necessità che il progetto definitivo sia accompagnato da «una bozza di convenzione in cui sia previsto che la realizzazione delle opere» pubbliche «precede o è contestuale» ai lavori del nuovo stadio. Inoltre, dovrà essere predisposto anche «un piano economico-finanziario che dia conto della effettiva copertura finanziaria dei costi di realizzazione». Se questa parte trovasse applicazione per Tor di Valle, quindi,difficilmente sarà possibile accettare che ponti e treni siano solo elencati senza che vi siano coperture economiche certe. Fra le novità che potrebbero essere introdotte dalla discussione in Parlamento, vi è la possibilità per la società sportiva di destinare il 20% della superficie dell’intervento alla costruzione di case da riservare agli atleti, tesserati o dipendenti. Insomma, di fatto, alla foresteria.
Infine, vengono chiarite le modalità di svolgimento della Conferenza di Servizi decisoria e il suo valore in termini di variante urbanistica, cioè, di fatto, i due grandi elementi di dubbio che hanno accompagnato i mesi di discussione in Regione e in Comune proprio sul progetto di Tor di Valle. In sostanza, la Conferenza di Servizi decisoria sarà il vero «visto si stampi» su un progetto. Il suo verbale conclusivo avrà valore di «dichiarazione di pubblica utilità anche per gli immobili complementari» e«costituirà verifica di compatibilità ambientale e variante» urbanistica se l’impianto sarà realizzato anche solo in parte su area pubblica. Se fosse su area privata, invece, il verbale conclusivo è «variante» urbanistica ma viene «trasmesso al sindaco che lo sottopone all’approvazione del Consiglio comunale nella prima seduta utile».
(Il Tempo – F. Magliaro)
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