Edin Dzeko

(Il Messaggero – P. Liguori) Il pareggio no, per favore, risparmiatecelo. Tutti capiscono che stasera con un punto la Juventus festeggia lo scudetto e la Roma, già in Champions, continuerà a pensare al terzo posto, il piazzamento migliore dietro bianconeri e Napoli. Ma, appunto, è troppo facile pronosticare un pareggio miracoloso. La Roma per prima ha interesse a vincere questa partita, l’ultima dell’anno in casa. E non è soltanto questione di orgoglio e rivalità, c’è anche un problema di bilancio, di chiudere i conti in attivo. Mercoledì sera, sullo stesso campo, la squadra di Allegri ha travolto il Milan e festeggiato la quarta Coppa Italia consecutiva. Festeggerà stasera anche il settimo scudetto? Impensabile, senza provare un moto di stizza. Anche l’Olimpico deve diventare colonia bianconera? Sarà pure un modo di ragionare vecchio e inutile, ma il terzo posto della Roma va festeggiato con una vittoria, perché l’intera stagione, fuori dalla propaganda, è stata caratterizzata da chiaroscuri. Benissimo l’allenatore, bene la maggior parte dei giocatori; benissimo la Champions, con punte eccezionali all’Olimpico, bene la squadra in trasferta quasi sempre. Ma male troppe volte in casa, male come mancanza di continuità, male l’attacco per lunghi tratti. E poi quel dicembre-gennaio di mercato, che dire? Abbiamo sentito Monchi ripetere che Dzeko non è mai stato sul mercato, se dovessimo credergli stasera andremmo allo stadio con l’anello al naso. Ma oggi vogliamo perdonare e promuovere tutti, però è necessaria una vittoria, il pareggio no.



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