L’inversione di tendenza alla filosofia italica del «primo non prenderle» che aveva già subito parecchi scossoni, è ormai assodata. C’è il gol, finalmente, in cima ai pensieri del nostro calcio d’élite. È appena passato il giro di boa del campionato e si vede chiaramente che questo sarà uno scudetto a trazione anteriore come pochi altri. La media gol a partita di Juventus (2,1), Roma (2) e Napoli (2,24) è ancora lontana rispetto a quella del sorprendente Monaco (3,05) – ma la Francia non è così «allenante» – o delle due big di Spagna Real (2,67) e Barcellona (2,68). Ma è simile e in certi casi superiore rispetto alle prime della Premier, Chelsea (2,14), Arsenal (2,27), Liverpool (2,32), City (1,95), o al Bayern (2,35) e al Psg (1,95).
L’incidenza degli attaccanti nella lotta scudetto risulta ben chiara dalle statistiche. Juve e Roma hanno segnato 42 reti finora, il Napoli 47. Totale 131. I loro attaccanti ne hanno segnati 89, per una media del 67,94%. Punte scatenate: è la miglior media gol-attaccanti degli ultimi 10 campionati per le prime tre della classifica. Sempre facendo il paragone con gli ultimi dieci anni, solo nel 2013-14 si era segnato di più: sempre Juve, Roma e Napoli avevano segnato la bellezza di 140 gol. Ma le punte avevano inciso solo per il 53,57%.
La Roma ha fatto gli stessi gol della Juve, ma ben 33 su 42 sono autografati dalle punte. Merito soprattutto di Dzeko, alla sua miglior stagione «matura». È già a 14, come Higuain e Belotti. Il resto del malloppo è opera di Salah (8), Perotti (6) El Shaarawy (3) e Totti (2). La Roma ha segnato 3 o 4 gol in ben 9 gare, ma da un po’ Spalletti ha istituito la regola dell’1-0. Non è un passo indietro, è solo un adeguamento alle circostanze, con il secondo cannoniere più prolifico in coppa d’Africa. Con il ritorno dell’egiziano volante, torneranno anche le goleade.
(Gazzetta dello Sport)
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