Ad essere scaramantici, verrebbe quasi da dire che Batistuta è ancora avanti. Perché il Re Leone quei dieci gol nelle prime dieci partite li segnò giocando una gara in meno (9, saltò la sfida casalinga con la Reggina alla sesta) e perché dall’undicesima giornata in poi l’argentino si inceppò, tornando al gol solo alla 16a (3­-0 contro il Napoli, anche se due di quelle 5 gare le saltò). Ecco, Dzeko spera allora di fare ancora meglio, di continuare a segnare. E, magari, di convincere davvero tutti che Roma abbia trovato un altro Batistuta, seppur con profonde differenze dal punto di vista strutturale . «Grande personalità, avanti così», ha twittato ieri Edin parlando della squadra. Se poi lui riuscirà a fare anche meglio del Re Leone (che chiuse nell’anno del terzo scudetto giallorosso con 20 gol) lo vedremo a fine stagione. O, magari, anche domenica, ad Empoli, in caso di ulteriori gioie personali.

TOP EUROPEO – Intanto, però, Dzeko si gode un altro piccolo primato, quello di bomber principe a livello europeo in valori assoluti. Nessuno, infatti, nei principali campionati europei è arrivato in doppia cifra, finora ci si è avvicinato solo Cavani (Psg) con 9 reti. L’uruguaiano, però, tra i capocannonieri dei vari tornei ha di fatto la stessa prolificità di Dzeko, visto che finora di partite ne ha giocate nove, segnando quindi un gol a partita esattamente come ha fatto l’attaccante bosniaco della Roma. Stesso discorso anche per Messi (7 gol in 7 gare in Spagna, con il Barcellona), Modeste (8 su 8 in Germania, con il Colonia) e Marega (7 su 7 in Portogallo, con il Guimarães). Considerando però che fino al 30 giugno scorso Dzeko era di fatto un attaccante da sbolognare il prima possibile, il salto di qualità è quasi senza fine.

METAMORFOSI – E quel salto di qualità lo si vede anche in altri numeri, quelli che dimostrano come la stagione di Dzeko sia già molto diversa da quella passata. Il bosniaco tira molto di più in porta (4,6 tiri a partita contro 2,6) rispetto alle prime dieci giornate dello scorso campionato, con una percentuale realizzativa più che quadruplicata (22% attuale contro il 5% dello scorso anno). In più Dzeko lavora anche più a fondo per i compagni, sia in fase offensiva (le occasioni create sono raddoppiate, da 0,7 a 1,4) sia in quella difensiva (dove recupera anche qui quasi il doppio dei palloni, 2 contro 1,1). Insomma, non è solo una questione di gol (anche se la Roma ne ha fatti ben 26, non faceva così bene dal 1960­61), ma di una metamorfosi generale che parte dalla testa e finisce con lo spirito di sacrificio. Tanto che ieri il «Guardian», in Inghilterra, titolava così: «La rinascita di Edin». E la stessa Snai ha pareggiato la quota antepost sul capocannoniere della Serie A, con il bosniaco che ora è offerto in lavagna alla pari con Higuain (3,5, prima di Reggio Emilia Dzeko era ancora a 4,5 e l’argentino della Juventus a 2,5).

TECNICO E AMBIENTE – Spalletti intanto se lo coccola e lo sente anche come una piccola grande vittoria personale, lui che lo scorso anno ha fatto di tutto per pungolarlo e in cambio ha ricevuto più clamorosi errori che perle sopraffine. Oggi lo spartito si è di fatto ribaltato e molto dipende anche dalla fiducia che Edin sente da parte dell’allenatore e anche del «famigerato» ambiente, che anche nei momenti di difficoltà non lo ha mai abbandonato.

TOTTI DA FIORELLO – Ieri, intanto, Totti è apparso in un video sulla pagina facebook di Fiorello, mentre palleggiava con un pallone fatto di pagine di giornale. Il capitano della Roma ha promesso a Fiorello che prima della fine dell’anno solare andrà a trovarlo nella sua Edicola Fiore. Fiorello spera di averlo in coppia con Jovanotti, di certo sarebbe un grande colpo. Intanto, però, Totti qualche colpo spera di piazzarlo già ad Empoli. Proprio come Dzeko.

(Gazzetta dello Sport – A. Pugliese)



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