Palo di Nainggolan, palo di Badelj, in un centinaio di secondi. La differenza è che la palla del romanista è poi schizzata lontana, quella del fiorentino invece è schizzata in rete. Con una pesante aggiunta: sul tiro del croato, Kalinic era in fuorigioco proprio al centro della traiettoria, tanto ché ha allargato le gambe per far passare il pallone. Né Rizzoli, né Vuoto, il guardalinee, se ne sono accorti. La Fiorentina ha vinto così una partita pari, giocata bene anche dalla Roma. Anzi, meglio dalla Roma nel primo tempo, durante il quale forse ha speso un po’ troppo perché poi nel secondo i viola hanno ripreso l’iniziativa e sono stati più pericolosi. Il problema per Spalletti è che ieri era la giornata buona per dare un segnale forte, la Juve aveva perso due ore prima, la Roma poteva e doveva accorciare, invece ha perso tre punti dal Napoli.
PIU’ FISICO – Corsa, ritmo, velocità, intensità, Fiorentina e Roma l’hanno giocata così, senza troppe elaborazioni tecniche, con molta sostanza e molta forza. Nel primo tempo, la Roma si è avvicinata al gol più e meglio dei viola, Tatarusanu ha frenato due volte Dzeko, prima con una respinta, poi con un’uscita utile a chiudere lo spazio per la conclusione del bosniaco. Che ha avuto un’altra buona occasione di testa: sciupata. La Fiorentina, sotto questo aspetto, era la stessa di sempre, bene fino alla trequarti e poi lì disperdeva ogni sua qualità. Il difetto scomparirà nella ripresa.
IL DOPPIO BORJA – Sousa ha affidato le chiavi della partita a Borja Valero e al suo movimento trasversale, in fase difensiva lo spagnolo andava a sinistra per frenare gli attacchi di Florenzi, in fase offensiva si accentrava al fianco di Ilicic come doppio trequartista alle spalle di Kalinic. L’idea del portoghese era classicamente italiana: copertura e ripartenza. L’idea di Spalletti era opposta: attaccare tenendo palla. Al 45′, la Roma è arrivata al 56 per cento di possesso palla, la Fiorentina è stata pericolosa solo con un contropiede di Ilicic rimontato da Manolas. Zero tiri viola nello specchio. Alla squadra di Spalletti è mancato però il contributo dinamico di Nainggolan, toccato duro nei primi minuti, e quello tecnico di Salah, controllato bene da Milic, capace anche di ripartire senza che l’egiziano se ne preoccupasse troppo.
RITMO – La Fiorentina ha aumentato la velocità delle sue ripartenze nella ripresa ed ha costruito la sua prima seria occasione da gol con Milic, sul cui sinistro Szczesny ha fatto una prodezza. I viola stavano beneficiando del lavoro massacrante di Borja Valero (gigantesco il suo secondo tempo) e della prontezza difensiva di Sanchez, ma l’azione si afflosciava ogni volta che transitava dalle parti di Tello, sostituito con Bernardeschi a metà ripresa. Anche Spalletti ha tolto un’ala, il fischiatissimo e inconcludente Salah. Nonostante avessero speso molte energie, Fiorentina e Roma hanno mantenuto lo stesso ritmo anche nella ripresa, giocando una partita molto inglese per intensità e capovolgimenti di fronte.
I CENTRAVANTI – Anche nell’ultimo quarto d’ora, Sousa e Spalletti hanno provato a vincerla pescando in panchina i loro diversi (come generazione e caratteristiche) centravanti, il 23enne Babacar per lo scatto e lo strappo e il 40enne Totti per il colpo di classe. Sarà un caso, ma l’azione più bella e pericolosa della ripresa della Roma è nata da un passaggio di Totti alla…Totti, palla a Florenzi, assist per Nainggolan, palo pieno e palla lontana dall’area. Nemmeno due minuti e la Fiorentina ha segnato: Strootman ha tardato la chiusura sul tiro di Badelj, anche quel pallone è finito sul palo, ma dalla parte della rete. Il gol era da annullare perché Kalinic era in fuorigioco, sulla traiettoria del tiro. Centimetri decisivi che hanno ribaltato la partita. Il finale si è trasformato in un assedio romanista, El Shaarawy ha avuto la palla del pareggio, ma Tatarusanu ha respinto con un capolavoro.
(Corriere dello Sport – A. Polverosi)
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