ULTIME NOTIZIE AS ROMA JUVENTUS MOURINHO – La definizione di risultatista proprio non gli va giù. E Mourinho non fa nulla per nasconderlo, anzi: «Questo è un concetto strano, i risultatisti di solito vincono, mentre non si può chiamare in questo modo chi non ha vinto mai – dice l’allenatore della Roma alla vigilia della Juventus –. Io e Max qualcosa abbiamo vinto e questo dovrebbe essere visto in modo positivo e non con un’accezione negativa».
Max è ovviamente Allegri, Mourinho lo chiama così per tutta la conferenza, quasi a voler diminuire quel gelo che in passato ha contraddistinto il rapporto tra i due, scrive La Gazzetta dello Sport.
«Lo saluterò con piacere prima e dopo partita, c’è rispetto e stima, mi piace come persona. E sono felice sia tornato in pista». Esattamente come in pista stasera ci sarà sicuramente Viña («Su lui nessun dubbio») e probabilmente anche Abraham, nonostante ieri il tecnico romanista abbia aperto a ogni ipotesi, in tal senso: «Vedremo, Tammy migliora di giorno in giorno, ma l’allenamento fatto ieri è poco. Può andare in campo, in panchina o anche in tribuna».
Con Abraham o senza, Mourinho si aspetta una prestazione importante dai suoi a Torino. Anche se pure ieri non ha perso occasione per sottolineare la grande differenza che c’è tra la sua rosa e quella a disposizione delle altre grandi.
«La Juventus è una squadra fortissima, da scudetto. Gioca sempre per vincere, ha più di 20 giocatori bravi ed esperti, un allenatore bravo. Ma in questo confronto c’è una squadra che gioca per vincere la Champions e una che gioca per vincere la Conference, una squadra che gioca per vincere dieci scudetti di fila e una che ne vince zero in dieci anni, una che lavora con Allegri da 8 anni, tranne quei due anni di stop, e una con un allenatore che ha iniziato 3 mesi fa. E poi una con 24-25 giocatori di esperienza internazionale e un’altra con 13-14 e tanti giovani che devono imparare. Ma quando si inizia tutto ciò va dimenticato e dovremo giocare con coraggio. E se non vinceremo dovrà essere per colpa della Juventus e non per colpa nostra».
Infine, un altro affondo quando torna su Abraham: «Se non dovesse giocare lui abbiamo Shomurodov e Mayoral che possono farlo. A differenza di altri ruoli, dove se ci manca qualcuno abbiamo delle difficoltà che una grande squadra non dovrebbe avere, lì siamo invece sereni».
Quello di stasera sarà l’ottavo confronto tra Mourinho e la Juve (il bilancio è positivo: 4 vittorie a fronte di due sconfitte e un pari), anche se l’ultima volta all’Allianz Stadium – con il Manchester United, vittoria inglese per 2-1 – si chiuse tra le polemiche per il gesto dell’orecchio fatto ai tifosi bianconeri.
«Può essere che i tifosi della Juve mi accolgano nello stesso modo di sempre o in un altro modo. Quella reazione è stata criticata, ma è strano che ci sia dimenticati di ciò che è successo per tutti i 90 minuti e sia rimasta in mente solo la reazione emozionale, durata dieci secondi. Ma va bene così, non è un dramma».
Detto che la scelta di Orsato come fischietto lo soddisfa («Prima di una partita io sono sempre felice di un arbitro, mi fido di tutti. Dopo, magari, può uscire qualche critica»), Mourinho allontana così le voci arrivare dall’Inghilterra su di un presunto interessamento del Newcastle degli arabi nei suoi confronti: «I tanti anni in cui ho lavorato con una leggenda come Robson mi hanno dato una connessione emozionale con quella città. Ma sono contento a Roma».
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