Paulo Dybala

AS ROMA NEWS INTER DYBALA – Cappellino bianco girato all’indietro stile El Diablo Chiappucci (per i giovanissimi, ex ciclista anni 90 vincitore di una Milano-Sanremo e generoso rivale del 5 volte vincitore del Tour, Indurain), sorriso sornione e soprattutto passo svelto. Si è presentato così Paulo Dybala all’arrivo all’aeroporto di Fiumicino.

Come riferisce Il Messaggero, il fastidio al flessore della coscia sinistra appare dimenticato a tal punto che ieri, dopo la seduta defaticante effettuata giovedì al rientro dalla trasferta negli Usa, l’argentino ha svolto regolarmente la rifinitura in gruppo. Un allenamento può voler dir poco, soprattutto se alle spalle negli ultimi 15 giorni se ne possono aggiungere soltanto un altro paio, ma è comunque il segnale che la Joya sta bene, non avverte fastidi ed è pronta per giocare.

Che non sia al 100% è lecito. Ed è per questo motivo che l’ultima parola sul suo impiego da titolare nel pomeriggio spetterà a Mourinho che si è preso ancora qualche ora per decidere. O quanto meno per comunicarlo alla squadra. Paulo ha dato la sua disponibilità. Non potrebbe essere altrimenti. L’Inter, San Siro (sold-out per l’occasione), la corte di Marotta, il voltafaccia estivo, sono tutti elementi che anche l’immediato feeling con il mondo-Roma non hanno cancellato. E dipendesse da lui, non esiterebbe un attimo a scendere in campo dal 1′.

Ad attenderlo poi, ci sono gli altri ‘tenori’ per ricomporre il quartetto che ormai nell’immaginario del tifoso giallorosso è etichettato come Fab Four. Il quadrilatero magico che deve regalare slancio alla Roma, attualmente sesta a – 4 dal Napoli e +1 proprio sull’Inter e +2 sulla Juventus, è pronto a scendere in campo. Sinora, tolta l’amichevole estiva contro il Tottenham (più volte citata da Mou come esempio da seguire), è accaduto soltanto a Salerno più un tempo con la Cremonese. E non sembra un caso che siano stati i 135 minuti del campionato dove la squadra, pur segnando appena due reti, ha creato maggiormente (17 tiri nello specchio) sprecando l’inverosimile sotto porta.

Una tendenza che è poi proseguita anche senza uno degli interpreti principali (Zaniolo per 4 gare e Dybala contro l’Atalanta) ma che ora va migliorata, almeno per quanto riguarda il killer instict. José ci prova nella sua Milano che non lo vedrà in panchina perché squalificato. A tal proposito c’è anche un piccolo giallo su dove il tecnico vedrà il match. Perché la possibilità di assistere alla gara in uno dei Sky Box allestiti allo stadio, dietro mancata comunicazione del club, è venuta meno. A questo punto c’è la possibilità che possa replicare quanto accaduto a La Spezia lo scorso anno, quando rimase sul pullman.

Intanto il portoghese annusa l’aria e di questa Inter, capace già di perdere tre volte in campionato (contro Lazio, Milan e Udinese), si fida pochissimo. Un po’ perché nei confronti diretti della passata stagione non c’è stata mai partita (3 ko e 8 gol subiti). Ma soprattutto perché sa che gli ex vanno sempre presi con le molle. E se Dzeko ha già lasciato il segno due volte in tre gare, ora c’è anche Mkhitaryan (in ballottaggio con Calhanoglu), corteggiato a più riprese in estate per farlo restare e capace invece di voltargli le spalle.

Oggi Mourinho qualche dubbio se lo porta dietro. Oltre al già citato Dybala (che qualora partisse dalla panchina, comporterebbe l’avanzamento di Pellegrini vicino a Zaniolo e l’inserimento di Matic al fianco di Cristante) l’altra incognita della vigilia è legata a Celik. Il turco ha giocato 180 minuti con la sua nazionale e giovedì ha svolto lavoro a parte. Al suo posto, nelle esercitazioni tattiche e nella partitella è stato impiegato Zalewski.

Per il resto spazio ai ‘soliti’ noti con Pellegrini che ha smaltito il problema al flessore e Abraham chiamato a mettersi alle spalle un periodo difficile. Tra i gol sbagliati contro l’Atalanta e le esclusioni con l’Inghilterra (0 minuti contro Italia e Germania) a Tammy serve invertire il trend negativo. Magari con Paulo nuovamente vicino a lui, sarà più facile.



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