Sergio Oliveira

ULTIME NOTIZIE AS ROMA OLIVEIRA – Non sarà un «bad boy» come Granit Xhaka – arrivato a 2 cartellini rossi e 4 gialli in stagione con l’Arsenal – ma l’impressione lasciata da Sergio Oliveira nella conferenza stampa di presentazione è quella di un giocatore maturo e disponibile, scrive il Corriere della Sera.

Un calciatore «già fatto» come vuole José Mourinho. Un uomo di personalità senza essere troppo ingombrante: «Ho 29 anni e ho già dimostrato il mio valore nel calcio. Arrivo in un età matura in cui sento la responsabilità di aiutare il club dentro e fuori dal campo. La Roma ha grandi calciatori e io mi sento uno in più, con il compito di aiutare. Dobbiamo crescere tutti insieme per raggiungere gli obiettivi che questo club merita».

Oliveira lascia una «grande» come il Porto, in testa al campionato portoghese e attesa dalla sfida in Europa League contro la Lazio (17 e 24 febbraio). La sua migliore stagione con i Dragoes è stata sicuramente quella passata, con 13 gol in 32 presenze di campionato e l’inserimento tra i 23 giocatori nella squadra dell’anno della Uefa Champions League.

Quest’anno è andata peggio, con 13 presenze (ma solo 2 da titolare) in campionato, 2 gol e la «retrocessione» dalla Champions all’Europa League: «Sono qui perché sono un calciatore a cui piacciono le sfide. Sono molto grato al Porto per avermi fatto arrivare a questo livello. Dopo cinque anni insieme avevo voglia di una nuova esperienza. Non ho paura di arrivare a Roma in prestito, sono qui per dimostrare il mio valore. Voglio restare a Roma a lungo e il modo migliore è dimostrarlo vincendo le partite».

Si dichiara a disposizione, come tutti i calciatori del mondo, ma risponde alla domanda sul suo ruolo in campo: «La mia posizione preferita in un centrocampo a tre è da numero 8 (mezzala; ndr) e più arretrata in un centrocampo a due. Gioco dove vuole il mister e posso mettere le mie qualità a disposizione della squadra».

Ha incontrato la Roma in amichevole, quest’estate, e si era già portato avanti con il lavoro: «È stata una partita un po’ più dura delle solite amichevoli. Ho seguito la Roma per Pinto e Mourinho, ho stretto un rapporto con Pellegrini. La Roma può raggiungere grandi obiettivi, ma bisogna concentrarsi una partita alla volta, a partire da domenica, senza troppe pressioni esterne. Seguivo già la Roma, con il passare del tempo mi sentirò sempre più mio agio». Compresi rigori e calci di punizione, di cui è uno specialista: «Li calcio spesso, ma questa decisione spetta al mister. La Roma ha giocatori di qualità, come Veretout e Pellegrini, poi tutti possono sbagliare. Calciare un rigore è una grande responsabilità».



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