Il triplete di sconfitte con Lazio, Napoli e Lione, l’umore nero per i graffi verbali del presidente Pallotta e le voci sempre più insistenti su un accordo con la Juve per la prossima stagione. Il presente di Spalletti passa per una parola soltanto: futuro. «Non ho firmato con nessuno», giura. Certo alla fine di una settimana in cui la Roma ha compromesso ogni possibilità di sollevare un trofeo ha un suono più inquietante la frase «Se vinco resto, sennò no». Meno chiara è la posizione di Pallotta: l’allenatore ammette di avere avuto colloqui soltanto per via indiretta: «Mi ha fatto dire delle cose da Baldissoni, ma non è importante». Qualcosa Pallotta gliel’ha mandata a dire anche attraverso una radio americana («Salah col Napoli andava messo prima, sul mercato abbiamo sbagliato a non tenere i giovani»). E Spalletti una replica se la concede: «Voleva difendere i giocatori mettendo in discussione l’allenatore. Ma questi sono discorsi mediocri che non m’interessano. Il mercato? Se si vuole puntare sui giovani bisogna smettere di parlare di vittoria». A leggere tra le righe, non è difficile intuire quali saranno i temi su cui si discuterà prima di decidere il futuro. Quello imminente, è la trasferta a Palermo per riscattare i 3 ko di fila: «Abbiamo una ruota nel fango e la colpa è mia che sono al volante. Totti va in panchina, Dzeko può riposare». Ma lo stop di Perotti, musone e dolorante al flessore, rischia di togliergli anche questa possibilità.

(La Repubblica – M. Pinci)



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