(Gazzetta dello Sport – M. Cecchini) La Nazionale, in fondo, è come l’anello di Frodo Baggins: dà enorme potere, ma consuma chiunque lo indossi. L’effetto si nota anche in una persona serena come Gigi Di Biagio che – alla vigilia di quella che potrebbe essere la sua ultima partita da c.t. – ammette di aver metabolizzato a fatica qualche critica particolarmente tagliente dopo la partita con l’Argentina. «Se do la sensazione di essere amareggiato, in effetti è vero, lo sono. Speravo in qualcosa di meglio, però nessuno mi può contestare che nella prima mezz’ora della ripresa, se c’era una squadra che doveva vincere, quella era la nostra. Potete scrivere quello che volete, ma mi dispiace leggere di che abbiamo fatto zero tiri in porta. Se abbiamo conquistato 19 palle nella loro metà campo, qualcosa di buono abbiamo fatto. Perciò mi dispiace; dobbiamo scrivere le cose esatte».
LA SFURIATA – L’impressione è che Di Biagio sia così concentrato sul proprio lavoro che, al momento, il suo futuro lo interessi fino ad un certo punto. Un esempio? Nelle rifinitura di ieri il c.t. ad un certo punto si è arrabbiato con i suoi ragazzi perché la squadra si stava allenando in modo svogliato. A quel punto tutti hanno capito che con uno come lui bisogna fare sul serio. «Non so se sarà la mia ultima partita da c.t. Nessuno mi ha detto niente, ma qualsiasi strada dovrò prendere non ci saranno problemi. Io adesso devo pensare a questi ragazzi e all’Inghilterra. Non mi sono posto il problema del futuro. Costacurta ha detto questa cosa per sottolineare il lavoro che sto facendo – dice a Rai Sport – però non ho bisogno di conforto. Io continuo e insisto. Non ho insicurezze nel proporre le cose ai ragazzi. Il problema non sono io, ma il calcio italiano, anche se forse a qualcuno non interessa più di tanto. E lo ringrazio. Al momento opportuno farò le mie valutazioni. In ogni caso sono contento della mia settimana di lavoro. Ho cercato di proporre quello che volevo. Qualcosa si è visto, anche se ancora poco. Qui a Wembley spero in un risultato positivo, portando avanti le nostre idee. Per farlo, però, chiedo a tutti di avere più personalità. Buffon ha dato grandi risposte, ma non dobbiamo dimenticare che ci sono giocatori che giocherebbero con Spagna, Portogallo e Brasile, ma noi li maltrattiamo. I vari Verratti, Insigne e Jorginhohanno qualità, anche se aspettano una grande consacrazione. Penso che ce l’abbiano, ma devono mostrarlo in campo».
DUBBIO IMMOBILE-BELOTTI – Liquidata la questione della foto di alcuni azzurri con Enzo Raiola («Non erano in ritiro, potevano fare ciò che volevano»), Di Biagio – perduto Spinazzola alla vigilia per un problema al ginocchio destro (è tornato subito a Bergamo, ma non sembra preoccupante) – farà scendere in campo una formazione diversa rispetto a quella con l’Argentina, lanciando – oltre Donnarumma – forse anche Darmian, Pellegrini, Candreva e Immobile dall’inizio, anche se il centravanti della Lazio, nella rifinitura di ieri, è stato alternato con Belotti. In ogni caso, a partita in corso, la squadra muterà ulteriormente pelle. «Qualcosa cambierò – conferma Di Biagio –. D’altronde è inevitabile, visto qualche acciacco e il momento della stagione». Sugli inglesi non si sbilancia. «Non so chi giocherà tra Vardy, Sterling e Rushford, ma non ci soffermiamo su di loro, anche se di sicuro ci sono tre o quattro giocatori di altissimo livello». Proprio vero. Per questo – tra gli 84.000 di Wembley – ci sarà bisogno che i circa 1.500 italiani si sentano forte e chiaro. Stasera sarà una partita per cuori forti.
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