L’assist è servito: «Spalletti sarà l’allenatore della Roma in futuro? Sicuramente lo sarà fino a maggio, poi dipende da lui. Con il tecnico non ho parlato in maniera approfondita ma non ci sono problemi. Mi piacerebbe che rimanesse. Mi piace il suo gioco e dal punto di vista della tattica. Mi piacerebbe tenerlo, sta a lui decidere. Non è però una cosa che dipende da me». Firmato James Pallotta. Spalletti, messo a conoscenza delle parole del presidente, replica così: «Dipende da tutti, non solo da me. Facciamo le cose regolari. La Roma deve vincere. Se col Sassuolo però non ci riuscivamo, ecco lì che eravamo terzi. Il discorso, quindi, è sempre il solito, bisogna fare risultati e vincere le partite. Se si vince bene, se non si vince fuori. Anche i giocatori forti dovrebbero fare lo stesso discorso, non solo io». Ad ascoltarlo l’incontro avuto ieri con il presidente a Trigoria non è bastato. E difficilmente ci sarà il replay oggi visto che il tecnico ha negato a domanda diretta. Una cosa è certa: il ping-pong tra proprietà e tecnico continua alimentando molti dubbi sulla permanenza di Spalletti.
DUBBI E POLEMICHE Pallotta non chiarisce nemmeno il ruolo del futuro ds. L’indiziato numero uno è Monchi, incontrato a dicembre a Londra insieme a Baldini e poi rivisto pochi giorni fa sempre nella City: «No, non vi dico nulla – sorride Pallotta – non ho intenzione di rivelare nessuna delle nostre strategie. Monchi chi? Totti e De Rossi? No, non ne voglio parlare. Forse c’è un problema legato alla traduzione, se mi fate sempre le stesse domande Se Francesco giocherà l’anno prossimo non intendo certamente rivelarlo in un’intervista». Alla domanda-trabocchetto, meglio la coppa Italia o il secondo posto, il presidente se la cava così: «Forse perché sono americano ma arrivare in Champions è fondamentale. Poi è chiaro che la coppa ci interessa. Ma finché non costruiremo lo stadio, sul quale sono molto ottimista a tal punto che penso che a giugno inizieremo i lavori, arrivare secondi è importantissimo». Proprio sull’importanza di accedere direttamente alla Champions, si accoda Spalletti: «Arrivare in posizioni importanti è fondamentale perché poi ti permette di spendere determinati soldi. Il secondo posto è una posizione importante, non è che si è fallito ma poi tracci una linea e vedi che sono zero tituli. Quando ho sentito parlare qualcuno della società ho sempre sentito che c’è tutto per vincere. E questo è un messaggio chiaro a chi guida la macchina, quindi all’allenatore». Poi torna sull’annoso problema con i media locali: «C’è gente che ha già stappato lo spumante se mi levo dai co****ni. Sono tornato, pur conoscendo l’ambiente, per difendere la Roma. Da questo momento, non risponderò più alle provocazioni. Ultimamente mi hanno definito bomba antiecologica. Cosa vuole dire? Che puzzo? L’Ordine fa le note soltanto a me? Inizialmente per me era anche un divertimento, con i topini, i prestigiatori di parole… Ora basta. Ditemi quello che volete, non rispondo più. E anzi, vi dico che se non si parla di calcio, non vengo fino alla fine dell’anno. Non mi presento più in conferenza stampa». La querelle continua.
(Il Messaggero – S. Carina)
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