James Pallotta

(Il Messaggero – U. Trani) Pallotta si autosmentisce e quindi resta se stesso. Così, come ha spesso dovuto fare in passato, è costretto a rettificare quanto detto in pubblico. Interviene a Roma Radio per chiarire l’ennesimo equivoco (colpa di chi non capisce l’inglese, il solito refrain). Per telefono e quindi senza andare negli studi di Trigoria, anche se è qui e non a Boston. «Sono molto contento di Di Francesco». Giura di essere dalla parte del tecnico e cancella l’insoddisfazione per lo 0 a 0 contro l’Atletico: «L’unica mia lamentala era in riferimento al possibile rigore che non ci è stato concesso nel primo tempo. Ho speso solo parole positive».

Abbracci per tutti, meno che per l’arbitro Mazic e per i media («C’è un complotto contro la Roma»), assicura James. Che, rispetto a Dzeko, si prende 24 ore in più per rivedere la versione iniziale. Niente di nuovo, però. E’ successo dopo l’attacco mirato a Totti del 15 marzo 2016. Ma la retromarcia non funzionò: il video girato negli Usa sconfessò il suo tentativo di prendersela con la cattiva traduzione fatta in Italia.E’, invece, recente l’intervento al veleno sulla situazione finanziaria del Milan. Per far prima, si è scusato direttamente con Fassone. L’auto-ritratto di Pallotta comprende pure l’unica frase che mai ha potuto correggere, dopo 5 anni di presidenza: «Il nostro è un progetto a lungo termine». Per chiedere pazienza ai tifosi.



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