Era dai tempi di Sabatini che nessuno varcava più la saletta interna dell’Olimpico. Questa volta la porta è stata riaperta soltanto per James Pallotta, che durante le ultime apparizioni nella capitale preferiva assistere alla gara in tv insieme all’ex diesse giallorosso. Il numero uno statunitense, dopo la visita in mattinata a Trigoria, ha preferito salutare la squadra al termine della gara, congratulandosi all’interno dello spogliatoio. Il filo conduttore che attraversa la presenza romana di Pallotta è il possibile rinnovo contrattuale del tecnico, viene spiegato una volta per tutte dal presidente giallorosso prima di lasciare l’impianto: «Spalletti? Sono soddisfatto del suo lavoro alla Roma e sicuramente sarà il nostro allenatore fino a maggio, poi dipenderà da lui. Mi piace il suo modo di lavorare, è molto bello averlo qui e mi auguro che possa rimanere. Vi ripeto, voglio tenerlo, ma è lui che deve decidere, non dipende da me».
Tornando anche sulle polemiche generate nel complesso rapporto tra Spalletti e la stampa: «La controversia che si è creata è più costruita che reale». Saltando da un argomento all’altro, c’è spazio per provare a chiarire il momento generale della Roma e le prospettive per il futuro: «Per me la stagione non è ancora terminata, proseguiremo con questa linea, saremo ancora più competitivi. La Juve deve ancora incontrare noi e il Napoli e possiamo farcela con la Lazio in Coppa Italia. L’obiettivo è raggiungere la Champions, adesso continuiamo a vincere le partite. Mi dispiace per il mancato passaggio del turno in Europa, ma contro il Lione siamo stati sfortunati. Abbiamo tirato in porta 25 volte, purtroppo sono cose che succedono». Prima di salutare, Pallotta chiude momentaneamente il discorso rinnovi, «non è il momento di parlarne e con Totti non c’è stato modo di discuterne» e ritorna sul capitolo stadio: «Abbiamo un anno di ritardo, non ci saranno più le torri e gli uffici sono stati tagliati. Per competere con le squadre che hanno fatturati maggiori abbiamo bisogno di costruire questo stadio. Investiremo di più quando tutto sarà completato . Siamo sulla strada giusta, ma se la Juve ha 360 milioni di euro di fatturato è difficile colmare il gap».
Qualche minuto dopo è tempo anche di ascoltare la replica di Spalletti: «Non dipende soltanto da me, dipende da tutti. La Roma deve vincere, se oggi non fai questa prestazione finisci terzo in classifica. Il mio contratto non conta niente, qui le cose passano velocemente. Questo per me è uno stimolo, se si vince bene altrimenti fuori, si lascia spazio ad altri. Vale anche per i giocatori. L’ambiente di Roma è bello, guardate Di Francesco che si è offerto per tornare. Tutti vogliono tornare qui». Il futuro comunque si deciderà presto: «Se arriviamo secondi non si è fallito, pero zero titoli».
(Il Tempo – A. Serafini)
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