(Gazzetta dello Sport – A. Pugliese) Sorvolando sulla tesi del complotto, come sempre in grado di lasciare il tempo che trova, la cosa davvero importante che ha ufficializzato ieri James Pallotta è la fiducia incondizionata nel lavoro di Eusebio Di Francesco. «Si sta assestando, ma sono molto, molto contento di lui – ha detto il presidente della Roma alla radio di casa –. È un ottimo allenatore, nuovo, come nuovo è il sistema di gioco. E con lui abbiamo anche uno straordinario staff tecnico, oltre a uno dei migliori se non il migliore d.s. del mondo che è Monchi. Del lavoro svolto da lui negli ultimi 4 mesi sono incredibilmente contento». Quindi nessun equivoco, almeno qui. Pallotta crede in questa Roma e nel lavoro del suo allenatore. E la cosa è importante sottolinearla, perché restituisce forza ad una gestione tecnica che ha bisogno di tempo per far vedere di che cosa è capace davvero, ma che allo stato attuale non gode di fiducia totale in giro per la Capitale o negli ambienti colorati di giallorosso.
NESSUNA PAURA – Non da parte dei giornalisti, però, come invece sostiene lo stesso Pallotta. «Ci sono alcuni settori dei media che cercano di abbattere questa squadra e questo allenatore – dice lui – C’è questa tendenza ad inventare storie non vere». Tesi quantomeno populista e controversa, magari volta ad attirarsi il compiacimento dei tifosi con cui Pallotta – più per colpe sue che non viceversa – non ha mai avuto un rapporto idilliaco (basti pensare, per ultimo, ai fischi infiniti ricevuti a Roma-Genoa, il giorno dell’addio al calcio di Francesco Totti). «Loro sono i migliori tifosi del mondo», ha però ribadito ieri il presidente. Insomma, si va a caccia delle streghe per poi passare alla cassa altrove. Pallotta poi chiarisce: «Al termine della gara con l’Atletico ho abbracciato un po’ tutti mentre rientravano negli spogliatoi. L’unica mia lamentala è stata in riferimento ad un possibile rigore a nostro favore. E forse per un secondo nella ripresa. A Trigoria stiamo lavorando sodo, sono ottimista. Abbiamo bisogno di tempo, ma mi piace come stiamo giocando. E quando avremo a disposizione tutti potremo anche fare dei cambi in funzione dell’avversario, visto che quest’anno abbiamo la rosa più forte e più ampia da quando sono qui». Logico, dunque, che il presidente da questa squadra si aspetti presto grandi cose, visto il riconoscimento assoluto del valore delle scelte fatte. «Stiamo cercando di costruire qualcosa di sostenibile e duraturo per la Roma – continua – Entro un paio di settimane, tra l’altro, dovremmo ricevere notizie ottime e definitive sullo stadio. Ma non guardo ai risultati del prossimo mese, perché il valore della squadra non è in discussione. Se anche dovessimo perderne una o pareggiarne un paio, sarebbe solo un mese».
I PROSSIMI PASSI – Concetto corretto in assoluto, se non fosse che il prossimo mese è però di fondamentale importanza per la Roma e sbagliare un paio di partite sarebbe molto pericoloso per tutto. Ad iniziare proprio dall’autostima e dalla fiducia che si può/potrebbe generare intorno alla squadra in caso invece contrario e cioè di percorso netto. Questo probabilmente Pallotta lo metabolizzerà ripensandoci su, riflettendo sul valore delle partite e dei risultati. Oggi, intanto, potrebbe anche presentarsi a Trigoria per salutare la squadra. Finora, anche in questo passaggio, non è ancora successo. E anche per fare un’intervista tutta romana ha preferito il telefono piuttosto che recarsi in quella che, a tutti gli effetti, è casa sua.
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