NOTIZIE AS ROMA STADIO – È vero, il procuratore Paolo Ielo ha detto che «la Roma non c’entra nulla in questa vicenda». Ma Pallotta è stato costretto a un equilibrismo dialettico: «Gli arresti non coinvolgono chi si occuperà della costruzione dello stadio della Roma e non hanno nulla a che vedere con la realizzazione dell’impianto e del polo di intrattenimento circostante. Mi aspetto che i lavori vadano avanti. Se non sarà così potete venire a trovarmi a Boston». In linea teorica potrebbe anche decidere di andare avanti, ma sarebbe sicura una pioggia di ricorsi. Chi si prenderà la responsabilità di proseguire? E con quali tempi? Pallotta ha detto in passato che la costruzione del nuovo stadio era la pietra angolare su cui edificare la nuova Roma. Ha ristrutturato nel giugno 2017, con Goldman Sachs, il finanziamento portato a 230 milioni con scadenza a giugno 2022. Ha fatto un imponente lavoro per trovare investitori. Per i più pessimisti ha già studiato un piano B per «fuggire» dalla Roma, rientrando del debito con la cessione di calciatori per fare plusvalenze. I risvolti sportivi del «dossier stadio» si intrecciano con quelli politici ed economici in un percorso che, fin dall’inizio, è apparso in salita. Dopo una lunga mediazione, alla quale partecipa anche l’avvocato (e presidente di Acea) Luca Lanzalone, si arriva al dimezzamento delle cubature (60% in meno per il business park). Taglio che lascia in sospeso alcune delle opere pubbliche ritenute strategiche. Tra intoppi burocratici, conferenze dei servizi, vincoli della Soprintendenza (poi archiviati dal Mibact) si arriva all’ultimo post di Raggi — fatalità, alla vigilia del terremoto giudiziario — che rilancia il mantra #unostadiofattobene. Fino all’inchiesta che, oltre a bloccare il progetto, travolge i Cinque stelle in Campidoglio.
(Corriere della Sera)
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