James Pallotta e Monchi

Tra vincoli, ritardi e scadenze, la questione dello stadio della Roma continua a innervosire Pallotta. «Se non riuscissi a ottenere l’ok per l’impianto, qualcun altro lo farà al posto mio». È la seconda volta che il presidente minaccia di cedere il club in caso di un mancato via libera alla costruzione dello stadio a Tor di Valle. Già il 28 maggio, al termine della gara contro il Genoa – quella dell’addio al calcio di Totti – Pallotta aveva gridato alle istituzioni tutto il suo disappunto per la lunghezza di un iter che lo vede lottare da tre anni. L’ultimatum del numero uno giallorosso arriva a ridosso della data decisiva per capire se tutto il progetto si arenerà, oppure se il cammino potrà proseguire dopo la delibera concessa da Raggi a seguito delle modifiche apportate ai primi incartamenti. Il 7 agosto, massimo, gli organi competenti (Regione, Comune e Stato) dovranno decidere se concedere il via libera alla costruzione, o bocciare il tutto, oppure, e questa sembra essere la strada più prevedibile, aprire una seconda Conferenza dei Servizi. Probabile sia questa la strada che verrà scelta, con l’iter che ripartirebbe, in quel caso, a settembre, con di nuovo 180 giorni a disposizione per concedere l’ok definitivo alla costruzione.

Ma non solo Pallotta è in vena di ultimatum in casa Roma. A qualche ora di distanza dalla bufera scatenata dalle parole del presidente, è Monchi a mettere alle strette anche pubblicamente il Leicester. «Abbiamo fatto due offerte per Mahrez – ammette il ds spagnolo – la seconda è quella è quella giusta e ci siamo fermati, valutando, intanto, altre opzioni. Non esiste una percentuale, la trattativa va in porto, oppure no». Monchi si riferisce a un incontro di Baldini con la dirigenza inglese dei giorni scorsi. L’offerta finale sarebbe di 33 milioni, più 5 di bonus, per un totale di 38. Il Leicester continua a chiederne una quarantina, la chiusura dovrebbe quindi esser vicina. Anche se il tono del ds è piuttosto fermo. «Mahrez è una delle opzioni, non l’unica, e stiamo valutando anche altre piste». Fa la voce grossa, la Roma per spaventare il Leicester e, soprattutto, l’attaccante, che sta pressando per esser ceduto. Monchi affronta poi la questione Manolas. «Kostas, ad oggi, resta e resterà per molto tempo alla Roma. Si lascia intendere che non rinnoverà il contratto, ma non mi risulta ed è felice di essere qui. Ad oggi, la priorità sul mercato è per l’esterno destro, poi avremo un mesetto scarso per verificare se siamo contenti o meno della rosa, anche alla luce dell’arrivo di Kolarov». Quindi la questione Mahrez Monchi conta di risolverla entro la prossima settimana, per poi concentrarsi sulla difesa. «Non è il momento di esser frettolosi nelle scelte – continua – restano 25 giorni per valutare se rafforzarci».

Resta in piedi la pista che porterebbe a Berardi del Sassuolo, come piano B nel caso il Leicester non cedesse. «Io lavoro su più nomi, Mahrez è diventato di dominio pubblico, altre no». Baldini – ieri presente agli allenamenti della squadra insieme a Cafu, uomo immagine della Roma in Brasile – continua a muoversi da dirigente- ombra, uomo del quale Pallotta si fida molto. «Se potrò ricevere un aiuto da lui ne sarò contento – liquida la questione il ds spagnolo – le grandi opere sono responsabilità di tante persone, non di una sola».

(La Repubblica – F. Ferrazza)



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