James Pallotta

Alla fine non deve essere stata una giornata semplice neanche per James Pallotta, nonostante l’epilogo fosse più che prevedibile. Nel giorno di addio al calcio romanista di Francesco Totti, il presidente statunitense (volato oltreoceano per l’occasione) è stato accolto tra i fischi ininterrotti dell’ Olimpico, una pioggia di insoddisfazione mostrata verso chi è stato riconosciuto come indiziato principale dell’interruzione d’amore con il numero 10.

Il patron romanista ha evitato però ogni forma di polemica, abbracciando Francesco nel momento della consegna di una maglia celebrativa e mostrando il sorriso anche di fronte al mucchio selvaggio di cronisti che lo stavano aspettando in zona mista. Prima di salire a bordo del van per andare a cena con la dirigenza in un ristorante a Trastevere, Pallotta dimostra risolutezza soltanto su alcuni temi quelli che probabilmente negli ultimi tempi lo hanno toccato più in profondità. A partire proprio da chi gli fa notare le difficolta di gestione registrate nella questione Totti: «Ci siamo parlati per 18 mesi, siamo sempre stati sulla stessa lunghezza d’onda, non dirvi tutti i giorni quello che ci diciamo non significa che non ci siamo parlati. E’ frustrante leggere che non abbiamo avuto rispetto per Francesco, 18 mesi fa abbiamo iniziato a parlare del contratto di quest’anno, non gli abbiamo mai mancato di rispetto. Significa molto per Roma, 6 una follia leggere certe cose. Abbiamo parlato molto e resta tra noi. Quando con Francesco decideremo il futuro, capirete».

Tra una battuta e l’altra, «continuate a farmi domande che mi sto divertendo», Pallotta tuona soltanto quando viene tirato in ballo l’argomento stadio: «Il prossimo 15 giugno sicuramente avremo notizie più precise, l’impianto dovrebbe essere pronto nella stagione 2020 altrimenti avrete un nuovo proprietario». Parole dure dettate dalla lunga fase burocratica affrontata finora, un limite che forse lo statunitense non e pill disposto a superare: «Se entro quei tempi non verrà ultimato il progetto non mi vedrete più da queste parti e tornerò a casa». Nel frattempo però c’e da godersi la qualificazione diretta ai gironi di Champions League, un traguardo raggiunto al cardiopalma dei minuti di recupero, ma nel modo più bello proprio sotto la curva sud: «A me non è piaciuta la partita questa sera, ma sono molto felice del secondo posto. Sono veramente molto soddisfatto. Abbiamo chiuso a -4 dalla Juventus con grossi infortuni in tanti ruoli diversi, Florenzi vale 4 punti per questa squadra, se non di più: se lo avessimo avuto per la seconda parte di stagione, sarebbe stato diverso. Nessuno di voi ne ha parlato, ma è stata una grossa perdita, non vedo l’ora che torni». Non ci sarà modo di allontanarsi soprattutto con Daniele De Rossi, su cui Pallotta appare molto più che sicuro: «Daniele giocherà con la Roma anche la prossima stagione, non ci sono problemi per il rinnovo contrattuale».

(Il Tempo – A. Serafini)



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