James Pallotta

(La Repubblica) Un “vaffa” a caldo a un delegato pesa più delle critiche distribuite a beneficio di migliaia di telespettatori. La Uefa la vede così e ieri ha annunciato l’apertura di un’indagine sul presidente della Roma Pallotta per «condotta inappropriata». Dopo l’eliminazione contro il Liverpool, Pallotta parlò pubblicamente della necessità del Var in Champions, «perché senza si rischia di cadere nel ridicolo». Non è passato molto da quando Buffon inveì contro l’arbitro Oliver dopo Real-Juve. Ma all’Uefa difficilmente si prendono la briga di valutare ciò che viene detto in tv. Il 31 maggio la Disciplinare dovrà occuparsi invece di una discussione tra Pallotta e uno dei delegati Uefa. A fine partita il presidente, nei corridoi degli spogliatoi, si lamentava animatamente dell’arbitraggio: il solerte delegato se ne è accorto, lo ha raggiunto e redarguito. Ricevendo in cambio una serie di “fuck”, il classico “vaffa”: abbastanza per convincerlo a scriverne nel suo rapporto, che ieri ha fatto scattare automaticamente l’indagine. Pallotta rischia una multa e nulla più, ma ieri ha rimproverato la «condotta inappropriata» del delegato: andando lui verso Pallotta, sostiene il presidente, ha prodotto la sua reazione colorita.

L’Uefa, che per Roma-Liverpool aveva inviato 4 delegati alla sicurezza, 3 più del solito, ha ritenuto «insoddisfacente» anche il numero di tornelli per il settore ospiti. La Roma potrà difendersi ricordando come l’Olimpico fosse stato ritenuto adeguato nelle 5 gare precedenti, e come le file fossero figlie dei controlli previsti dalla legge italiana. Sventolando i risultati di una serata in cui, nonostante errori arbitrali e rischi per l’ordine pubblico, Roma città ha brillato per efficacia.



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