James Pallotta

(La Repubblica – F. Ferrazza) Applausi ed elogi per tutti, ma anche un richiamo immediato alle ultime tre fatiche di campionato che servono alla Roma per brindare al piazzamento Champions finale. Di Francesco pensa alla trasferta di Cagliari, di domenica, poi all’ultima sfida casalinga (con la Juve), prima di chiudere la stagione contro il suo Sassuolo. La vittoria (inutile per l’approdo in finale) contro il Liverpool (4-2), arrivata nell’emozionante notte dell’Olimpico, posiziona nella storia del club di Trigoria il cammino Champions stagionale dei giallorossi, che in casa, in Europa, non hanno mai perso (cinque vinte e una pareggiata contro l’Atletico Madrid), subendo le uniche due reti proprio nel ritorno della semifinale di mercoledì sera.

Ma i numeri al momento lasciano il tempo che trovano per Di Francesco, che anche a Cagliari dove mancheranno Perotti, Strootman e Defrel per infortuni vari – ripartirà da Dzeko, sempre presente in Champions, con 8 reti fatte, confidando nella vena realizzativa del centravanti anche in campionato, dov’è a quota 16 centri. «Sono incredibilmente orgoglioso di questa squadra — si lascia andare Pallotta, che con il cammino europeo della Roma ha visto entrare nelle casse giallorosse quasi 100 milioni — all’inizio della Champions tutti dicevano che eravamo nel gruppo della morte e invece l’abbiamo vinto, e avendo la meglio contro club che hanno tre—quattro volte gli introiti che abbiamo noi » . E poi la questione arbitrale e i due rigori non concessi contro il Liverpool. «Ho seguito il secondo tempo nella stanza degli allenatori e ho visto interessanti ‘ non chiamate’. So che gli arbitri possono fare degli errori, ma alcuni di questi possono risolversi con l’uso del Var: in partite così importante deve essere usato».



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