Massara stamattina sarà di nuovo nella Capitale. Torna essendo ancora il ds della Roma, ma se pro tempore o definitivo ancora non è dato sapere. Perché Pallotta, nella full immersion di un giorno e mezzo, ha preferito rinviare ogni decisione sui nuovi ruoli operativi dell’area tecnica, cioè le figure chiamate a occuparsi delle trattative di mercato.
Manca l’accordo tra le due anime del club giallorosso: quella straniera che, con Baldini suggeritore di ogni mossa della proprietà Usa, insiste per ingaggiare Campos come consulente esterno, e quella italiana che punta sul profilo meno ingombrante e spinge per Petrachi. Il summit non è stato organizzato per scegliere (o confermare) il ds, ma per definire la strategia per la prossima stagione, passando dal budget di mercato che è in parte legato al piazzamento in campionato (la partecipazione della Roma alla Champions fa comunque la differenza), alla lista delle possibili dismissioni tecniche. I
ntanto Campos, avendo ormai la certezza che a Trigoria non sarebbe certo accolto come il Messia, è sempre meno propenso a lavorare, pure se da Montecarlo, per la Roma e il presidente del Lille vuole blindarlo. In più avrebbe respirato aria di ridimensionamento. Pallotta e Baldini, però, non lo ritengono fuori gioco e vanno avanti, ritenendolo il profilo ideale. Confermata, intanto, la disponibilità che Petrachi, ds del Torino, ha dato sia a Fienga che a Baldini. Non avrebbe alcun problema a collaborare con Campos, così come a convivere con Massara.
Baldini, intanto, ha nuovamente dato garanzie a Pallotta sul gradimento di Sarri e sulla volontà del Chelsea di liberarlo a fine stagione. Al momento l’idea è di portare un italiano a Trigoria e non uno straniero. Giampaolo resta nell’elenco, come Gasperini. Che piace a Petrachi almeno quanto Sarri. Se invece venisse coinvolto Totti, fin qui tenuto fuori da ogni trattativa, entrerebbe in corsa pure Gattuso.
(Il Messaggero – U. Trani)
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