Rassegna stampa
Pallotta resiste: i dubbi di Trigoria
NOTIZIE AS ROMA PALLOTTA – I mercati internazionali sono molto interessati agli sviluppi societari della Roma e anche la stampa di settore riserva ampio spazio alla Magica. La società di calcio presieduta da Pallotta resta in vendita, anche dopo il no del bostoniano all’offerta di Friedkin di 575 milioni, rifiutata poco meno di un mese fa.
Anche il prestigioso Financial Times ieri ha dedicato un approfondito articolo, firmato a otto mani, alla trattativa tra i due uomini d’affari statunitensi, che oggi sembra finita in un binario morto. Prima dell’emergenza sanitaria i più stretti collaboratori di Friedkin erano stati a Roma alcuni giorni, per studiare tutti i numeri delle dodici società che compongono la galassia giallorossa, quando per il passaggio di proprietà mancavano solo le firme. Emergono ulteriori dettagli dell’affare che Pallotta ha mandato a monte.
Due persone vicine a Friedkin hanno confermato la cifra: «Il texano si è offerto di pagare a rate partendo con un finanziamento da 125 milioni alla firma. Successivamente avrebbe pagato altri 52 milioni in sei mesi e 85 milioni entro la fine dell’anno. Sempre entro questo periodo avrebbe anche coperto i 300 milioni di debiti e avrebbe coperto gli interessi di minoranza nel club con 13 milioni extra. L’intenzione di Friedkin era quella di riavvicinarsi a Pallotta per trattare nuovamente, ma non avrebbe messo più soldi sul tavolo».
Gli 85 milioni sarebbero serviti per il potenziamento della squadra, per impedire l’inevitabile ridimensionamento che preoccupa i dirigenti e Fonseca. Il giornale americano conferma le nostre informazioni: qualcuno all’interno del club ha mostrato stupore (aggiungiamo anche contrarietà) al rifiuto di Pallotta di fronte all’offerta di 575 milioni. In questo momento sembra non ci siano più margini per riaprire la trattativa con Friedkin, ma Pallotta continua a cercare una via d’uscita dignitosa. “Vendere, non svendere”, il suo motto. I banchieri di Goldman Sachs, incaricati da Jim, hanno già contattato numerosi potenziali investitori anche a Wall Street e su altri mercati, ma per il momento non sono arrivate offerte concrete.
I dirigenti che gestiscono la società sperano che Pallotta si esponga per presentare il suo piano, che spieghi come intende mandare avanti la Roma, perchè il futuro è denso di nubi. Ormai la trattativa con Friedkin sembra senza futuro. L’attuale gestione per far quadrare i conti avrà bisogno di tagliare le spese e sul mercato potrà rivolgersi a profili di calciatori svincolati, o si affiderà a scambi. Sarà difficile rivedere a Roma qualche big, oltre a quelli che saranno risparmiati dalle dolorose cessioni.
Sulla serie A sono pronti a investire in maniera sempre più consistente i grandi fondi internazionali, attraverso la politica della private equity. A fianco di un fondo estero potrebbe ritrovarsi anche un investitore italiano. Questa potrebbe essere la soluzione per la Roma, come per altri club che usciranno con le ossa rotte dalla crisi determinata dalla pandemia.
I fondi sono interessati non solo alla valorizzazione dei diritti televisivi del calcio italiano, ma anche alla realizzazione di nuovi stadi. E’ il caso della Roma, che vede riavvicinarsi il business di Tor di Valle. Forse Pallotta, dopo aver incassato nove anni di delusioni su questo fronte, adesso preferisce aspettare anche nella speranza di coronare il sogno di fare lo stadio.
(Corriere dello Sport)
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