James Pallotta

Il presidente Pallotta, dagli Stati Uniti, a Sirius XM Radio, ha dato la linea: «Il nostro obiettivo è lo scudetto. Abbiamo un tecnico come Spalletti che è una garanzia in Italia e una difesa ampiamente migliorata. Pjanic? Non sono stato felice di averlo perso, ma non potevamo fare nulla. Nei miei primi quattro anni ero più ingenuo di quanto mi piacerebbe ammettere. Stiamo costruendo un’atmosfera familiare, non mi interessa se le persone mi attaccano, posso sopportarlo, ma mi arrabbio se attaccano i giocatori. Per quanto riguarda il Financial Fair Play abbiamo avuto colloqui con l’Uefa. Ci hanno detto che abbiamo fatto la miglior presentazione e questo dovrebbe essere l’ultimo anno in cui avrà un impatto. Il nuovo stadio? Il nuovo sindaco è stato grande, speriamo di poter iniziare i lavori a marzo, ci vorranno 24/28 mesi».

Spalletti ha raccolto l’input e dato forza alla sua conferenza stampa alla vigilia di Roma-Udinese con queste dichiarazioni: «Abbiamo Strootman al posto di Pjanic ed è più forte di Pjanic. Lo stesso vale per Paredes. Abbiamo giocatori più forti di quelli che sono partiti. Gerson, sotto l’aspetto della qualità ha tutto, ma deve calarsi bene nel nostro tipo di calcio. Con l’arrivo di Bruno Peres c’è la possibilità di far giocare Florenzi davanti. Si può migliorare tutto e si potrebbe pensare a un altro giocatore a centrocampo, ma abbiamo già le qualità giuste per giocare il nostro calcio. L’ho detto ai ragazzi: questo è uno dei gruppi più forti che io abbia mai allenato». Una buona notizia per i tifosi che, a questo punto, possono tranquillamente sognare l’impresa di togliere lo scudetto alla Juventus, anche se la concorrenza è ampia.

Assenti Florenzi e Torosidis (più i lungodegenti Mario Rui, Ruediger e Nura) bisognerà tenere presente l’importanza del debutto in campionato e quella della gara di ritorno del preliminare di Champions contro il Porto, martedì sera: «Proprio perché sono quattro gare ravvicinate è una botta fisica e di concentrazione. Però ho una squadra forte nella sua totalità, non solo una formazione forte nell’undici. Ho un gruppo forte e lo voglio usare. L’importante è avere la testa giusta. Non faccio la formazione per accontentare qualcuno. Chi viene con il musino perché non ha giocato, allora non gioca nemmeno questa».

Resta il ballottaggio in porta tra Alisson – che non ha convinto tutti nel debutto contro il Porto, anche se ha mostrato personalità – e Szczesny Spalletti, però, non vuol sentire vecchi discorsi: «I fatti di 10 anni fa sono diversi da quelli di adesso. Prima un calciatore correva 8 chilometri nella partita, adesso ne fanno 12 o 13. Il portiere deve essere uno solo? No, è cambiato anche questo. Non voglio che nessuno si senta sicuro della maglia da titolare».

Le difficoltà sugli esterni difensivi rendono necessaria la presenza di Bruno Peres, che nella presentazione si è detto stufo di veder vincere la Juve. una dichiarazione che Spalletti usa per i suoi scopi: «Gli ho detto: vuoi vincere? E allora inizia a pedalare! Forte! Noi le vogliamo vincere tutte. Non scegliamo niente. Poi so benissimo che c’è il confronto con Juve, Napoli, Milan, Inter, Fiorentina. E con quelle ci siamo anche noi. Non crediate, però, che Inter e Milan siano peggio della Roma. Le caratteristiche di Bruno Peres? Ha sempre giocato nelle giovanili come quarto nella linea difensiva. E poi si è allenato con Mihajlovic nella linea a 4 per due mesi».

Gli chiedono: andrebbe allo stadio parcheggiando la sua automobile a 2 chilometri di distanza? E Spalletti lancia l’ennesimo appello ai tifosi giallorossi: «Due passi con il clima di Roma li ordinano i dottori.Le cose belle della vita sono poche ed è meglio sfruttarle. Viviamola subito! Viviamo la Roma!».

(Corriere della Sera – L. Valdiserri)



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