James Pallotta

(Gazzetta dello Sport – M. Cecchini) Il paradosso, in fondo, è che la rinascita del calcio italiano è cominciata con una squadra che si chiama Roma, ma ha un presidente statunitense e un d.s. spagnolo.

NOVANTA MILIONI – Sensazioni? Chi se ne frega. L’autostima del Paese lievita, così come i conti del club di James Pallotta e Monchi, che grazie ai proventi Championsfinora virtualmente incassati – oltre 90 milioni, presumibile botteghino di semifinale compreso – è praticamente uscita fuori dalla tagliola di dover vendere obbligatoriamente entro il 30 giugno.

LA MULTA E IL RESTAURO – I soldi, d’altronde, servono sempre, e per informazioni si potrebbe chiedere al sindaco Virginia Raggi, che di problemi di bilancio se ne intende. Ieri però è arrivata la munificenza a stelle e strisce, sorprendente seguito del bagno notturno nella fontana di Piazza del Popolo da parte di Pallotta, che ha fatto arrabbiare il Codacons. Dopo la notifica della multa da 450 euro, infatti, il presidente – che ha incontrato in Campidoglio il Primo Cittadino – ha sparigliato i giochi così: «Devo ringraziare il sindaco per la meritatissima multa. Mi scuso, mi sono lasciato prendere dall’entusiasmo. Non voglio incoraggiare a tuffarsi nella fontana a meno che qualcuno non voglia ripararla. Infatti, proprio per dimostrare quanto non incoraggi gesti del genere, ho deciso di donare 230.000 euro per restaurare la fontana di fronte al Pantheon». Applausi a scena aperta, a cui la Raggi, tramite social, si è aggiunta. «Un gesto generoso che apprezziamo davvero, e anche un bel messaggio alla città affinché venga rispettata e amata da tutti».Non è mancato poi lo zucchero per le orecchie presidenziali. «Andiamo avanti a tempi serrati sul nuovo stadio di Tor di Valle: un progetto che porterà 800 milioni di investimenti stranieri». Il presidente ha ovviamente apprezzato, invitando alla conversione calcistica la famiglia Raggi (laziale). «Io sono 50 e 50», ha detto il sindaco, ma Pallotta ha chiesto del figlio (8 anni), concludendo come per lui «ci sia ancora speranza».

LO STADIO E I FATTURATI – Al netto delle battute, il numero uno del club comunque aveva già avuto modo di ribadire l’importanza del nuovo stadio. «Il gap tra colossi come Bayern e Barcellona e la Roma esiste essenzialmente per due motivi: hanno un fatturato triplo al nostro e non devono fare i conti come noi col «fair play» finanziario. In questo senso i tifosi dovrebbero aiutarci a fare pressione per il nuovo stadio, che se non venisse approvato sarebbe davvero clamoroso. Questo ci permetterebbe di aumentare i nostri ricavi e distare stabilmente tra le prime dieci squadre d’Europa. Anzi, tra le prime cinque. Perciò è davvero importante fare lo stadio. Cambierà tutto per noi, competeremo alla pari con chiunque». Sul fronte tecnico, poi, Pallotta ha spiegato: «A volte la squadra ha degli alti e bassi, ma penso che ormai possiamo giocare contro tutti. Adesso, però, pensiamo alla Lazio. Spero che giocheremo come col Barcellona».

PELLEGRINI :«NO ALLA JUVE» – Se lo augura anche il d.s. Monchi che, dopo i complimenti di rito a tutti, regala uno squarcio di futuro, conscio del fatto che il nocciolo di questa squadra finora sia figlia dell’era Sabatini. «Il prossimo sarà il primo mercato che qui potrò fare secondo il mio metodo di lavoro – ha detto a Roma Radio –. Stiamo già costruendo la nostra idea di squadra per il prossimo anno». Ottima notizia, anche perché ieri è giunta anche una rassicurazione ai tifosi da parte del richiestissimo Lorenzo Pellegrini. «Tranquilli, non vado alla Juve». Comprensibile. Con una Roma così, perché lasciarla proprio adesso?



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