(Gazzetta dello Sport – A. Pugliese) La storiella è più o meno sempre la stessa. La colpa è dei media, delle strumentalizzazioni, di chi interpreta male le cose perché ha piacere nel dargli un taglio diverso dalla realtà. Poi, però, nell’era del multimediale ci sono anche i video – che fanno presto il giro del mondo – ed allora diventa difficile continuare a sostenere la tesi. Esattamente come successe a Boston nel marzo del 2016, quando James Pallotta rilasciò delle frasi su Totti («C’è una pressione incredibile per fargli il rinnovo, ma il suo corpo non gli permette più di giocare come prima, non fa bene quello che dice la mente») smentite con tanto di arrabbiatura mediatica, tranne poi dover far marcia indietro (per la pubblicazione dei video, appunto). A Londra, giovedì scorso, è successo qualcosa di simile. James Pallotta ha rilasciato delle dichiarazioni anche lodevoli nel merito (il concetto è: chi sbaglia deve pagare), ma dette forse nel mondo sbagliato. E che hanno creato l’ennesimo solco tra lui e la parte più calda della tifoseria giallorossa. Ieri, poi, la nota ufficiale, per correggere il tiro.
LA NOTA – Pubblicata in tarda mattinata sul sito della Roma, la nota del presidente americano dice questo: «Sono molto dispiaciuto dal dover constatare che le mie parole di Londra siano state deliberatamente mal interpretate. Non accetto manipolazioni da parte dei media. A una domanda sulla sicurezza negli stadi, ho risposto citando un incontro con il Capo della Polizia per chiedere un ripensamento sulla scelta di introdurre delle barriere divisorie sugli spalti. Un anno e mezzo: tanto è durato il confronto con le istituzioni per la rimozione delle barriere, provvedimento iniquo per i nostri tifosi: colpiva in modo generalizzato tutta la curva Sud e non chi fosse protagonista di atti che violavano la legge. E uno dei temi discussi riguardava la possibilità di identificare, con la tecnologia, i responsabili di determinati reati, senza dover punire indistintamente chi non fosse colpevole. Ho poi spiegato che in futuro sarà importante la tecnologia, per colpire solo i responsabili di un reato e tutelare gli altri tifosi. Quei tifosi che mi hanno permesso di innamorarmi di questa squadra, grazie alla passione che li rende unici. Ecco perché è assurdo leggere che li avrei attaccato in quel convegno. I media dovrebbero agire responsabilmente quando riportano le mie dichiarazioni. Il mio discorso di Londra era volto a un miglioramento dei servizi e dell’esperienza dei tifosi. Chi non rispetta le leggi deve essere punito. Tutto qui».
LE INCOMPRENSIONI – Concetto chiaro e pulito. E anche corretto, perché poi a rimetterci per le gesta di pochi sono un po’ tutti. La colpa dei media, se poi di colpa si tratta, è stata eventualmente quella di riportare il malcontento (eufemismo) che gli ultrà della Roma hanno manifestato in modo palese. Perché poi, proprio perché ci sono i video, la gente è in grado di verificare. Prendendo poi una propria posizione. Quella dei tifosi della Roma, almeno della parte più calda, non è certo di amore e di affetto nei confronti di Pallotta. E non hanno fatto assolutamente niente per nasconderlo, con tanto di striscioni a Tor di Valle, di scritte sparse per la città e con un comunicato eloquente emesso sabato scorso. Adesso Pallotta deve cercare in qualche modo di ricucire lo strappo, di far cambiare idea ai suoi tifosi, di far capire davvero che lui è dalla loro parte. Il modo, ovviamente, lo sa lui meglio di chiunque altro. E su quello lavorerà per il futuro. Di questo ne siamo assolutamente certi.
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