Due incontri di cortesia, poco più che the con i pasticcini, per James Pallotta, presidente della Roma. II primo, nella mattinata di ieri, con il sindaco, Virginia Raggi. II secondo, nel pomeriggio, con il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. In entrambe le visite Pallotta era accompagnato da Mauro Baldissoni e Umberto Gandini, direttore generale il primo e amministratore delegato il secondo, della società giallo rossa. La Raggi era insieme al vicesindaco, Luca Bergamo, al nuovo assessore all’Urbanistica, Luca Montuori, al titolare del Bilancio, Andrea Mazzillo, e al presidente dell’Assemblea capitolina, Marcello De Vito. E Zingaretti insieme al suo assessore all’Urbanistica, Michele Civita. Al termine dei due colloqui Pallotta ha continuato a trasmettere ottimismo: «Spero che la prima pietra venga posata tra la fine dell’anno e l’inizio del 2018. Ci vorranno trai 26 e i 28 mesi. II Comune è stato grande, da parte della Regione c’è stato un atteggiamento estremamente positivo; siamo nei tempi, che non sono diversi da quello che avevamo discusso e quindi a Roma almeno l’85% dei cittadini dovrebbe essere felice», in sintesi le frasi del patron giallorosso. Che appaiono più rivolte agli investitori stranieri che ritagliate sulla reale situazione. L’incontro con la Raggi, così come era abbondantemente previsto, più che sullo stadio si è incentrato sulle possibili interazioni fra il programma Roma Cares dei giallorossi e i disegni del Campidoglio: «Durante la riunione di oggi in Campidoglio tra la sindaca e il presidente Pallotta si e parlato anche della volontà di collaborare alla realizzazione di centri sportivi per avvicinare allo sport i giovani delle periferie romane» si legge nella nota diffusa dall’entourage del Sindaco subito dopo l’incontro. Molto più cauto il presidente Zingaretti che sulla questione date resta con i piedi per terra: «Dipende da quando arriverà il progetto, visto che l’altra volta noi abbiamo dato una proroga di 30 giorni e la mattina dopo è arrivato un parere negativo. Le scadenze le discuteremo quando vedremo le caratteristiche del nuovo e le modifiche al vecchio progetto. Stiamo parlando di un progetto molto importante e collaborare significa essere i garanti della legalità, del rispetto di norme e procedure e contemporaneamente avere la volontà di fare in modo che ci siano i tempi più brevi possibili».
Sfrondando dalle frasi di circostanza, quello che emerge è una situazione di stallo che difficilmente Comune e la Roma riusciranno a superare entro fine mese: il Comune prima vorrebbe il progetto per disegnarci sopra la delibera, i proponenti prima la delibera e poi il progetto. Quindi, delibera e progetto sono entrambi in alto mare. Nell’ultimo incontro di un paio di giorni fa all’Urbanistica, i proponenti hanno depositato una nuova planimetria che recepisce per sommi capi il nuovo accordo. Ma si tratta di una cosa con scarsissimo valore tecnico e ancor meno giuridico. Intanto, per il prossimo giovedi 23, stata fissata una seduta straordinaria del Consiglio comunale dedicata al progetto Tor di Valle: un’occasione, forse, per capire a quale casella del gioco dell’oca si è giunti.
(Il Tempo – F. Magliaro)
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